Parafrasi, Analisi e Commento di: "Vede perfettamente onne salute" di Dante Alighieri


Immagine Dante Alighieri
1) Scheda dell'Opera
2) Introduzione
3) Testo e Parafrasi puntuale
4) Parafrasi discorsiva
5) Figure Retoriche
6) Analisi e Commento
7) Confronti
8) Domande e Risposte

Scheda dell'Opera


Autore: Dante Alighieri
Titolo dell'Opera: Vita nova
Data: 1292-94 (anni di composizione della raccolta. Dante colloca il sonetto, insieme a Tanto gentile e tanto onesta pare, subito dopo l'"immaginazione" della morte di Beatrice, e prima della morte fisica di lei: è quindi anteriore, anche se non di molto, al 1290)
Genere: Poesia lirica (la Vita nova tutta è propriamente prosimetro, un genere che unisce poesia e prosa)
Forma metrica: Sonetto (14 endecasillabi raggruppati in due quartine e due terzine). Rima: ABAB ABAB CDE CDE (alternata nelle quartine e ripetuta nelle terzine)



Introduzione


"Vede perfettamente onne salute" è uno dei sonetti contenuti nella "Vita Nuova" di Dante Alighieri, una delle sue opere giovanili più significative. Composta intorno al 1292-1293, la "Vita Nuova" è una raccolta di poesie e prose che racconta l'amore del poeta per Beatrice, figura centrale nella sua vita e nella sua produzione letteraria. Questo sonetto, in particolare, è dedicato alla lode di Beatrice, esaltandone la bellezza e la virtù con una visione mistica e quasi divina. Nella sua struttura e nei suoi temi, "Vede perfettamente onne salute" riflette la concezione dell'amore cortese tipica del Medioevo, in cui la donna amata è vista come una creatura angelica e spirituale. La lingua utilizzata da Dante, con il suo ricco simbolismo e le raffinate figure retoriche, non solo rende omaggio alla donna amata ma eleva l'amore stesso a un'esperienza trascendente e purificatrice.


Testo e Parafrasi puntuale


1. Vede perfettamente onne salute
2. chi la mia donna tra le donne vede;
3. quelle che vanno con lei son tenute
4. di bella grazia a Dio render merzede.
5. E sua bieltate è di tanta vertute
6. che nulla invidia a l'altre ne procede,
7. anzi la face andar seco vestute
8. di gentilezza, d'amore e di fede.
9. La vista sua fa onne cosa umile;
10. e non fa sola sé parer piacente,
11. ma ciascuna per lei riceve onore.
12. Ed è ne li atti suoi tanto gentile,
13. che nessuno la si può recare a mente,
14. che non sospiri in dolcezza d'amore.
1. Vede compiutamente ogni beatitudine
2. colui che, tra le altre donne, vede la mia donna;
3. quelle che a lei si accompagnano devono
4. rendere grazie a Dio per il beneficio ricevuto.
5. E la sua bellezza è di tanto potere
6. che alle altre non ne deriva nessuna invidia,
7. anzi le fa andare come lei vestite
8. di nobiltà d'animo, di amore e di devozione.
9. La vista di lei rende umile ogni cosa;
10. e non fa apparire bella soltanto lei,
11. ma attraverso di lei tutto riceve onore.
12. Ed è tanto nobile nei suoi gesti [s'intende la nobiltà d'animo che si riflette sul decoro esterno della persona]
13. che nessuno la può rievocare nella mente
14. senza sospirare per la dolcezza dell'amore.



Parafrasi discorsiva


Vede compiutamente ogni beatitudine colui che, tra le altre donne, vede la mia donna; quelle che a lei si accompagnano devono rendere grazie a Dio per il beneficio ricevuto.

E la sua bellezza è di tanto potere che alle altre non ne deriva nessuna invidia, anzi le fa andare come lei vestite di nobiltà d'animo, di amore e di devozione.

La vista di lei rende umile ogni cosa; e non fa apparire bella soltanto lei, ma attraverso di lei tutto riceve onore.

Ed è tanto nobile nei suoi gesti [s'intende la nobiltà d'animo che si riflette sul decoro esterno della persona] che nessuno la può rievocare nella mente senza sospirare per la dolcezza dell'amore.


Figure Retoriche


Enjambements: vv. 3-4, vv. 7-8: le due interruzioni, tra loro speculari, evidenziano il contenuto dei vv. 4 e 8, in cui il poeta richiama la natura divina della bellezza di Beatrice.

Anastrofi: v. 2, v. 4: "chi la mia donna tra le donne vede", "di bella grazia a Dio render merzede".
L'inversione del v. 2 permette a Dante di creare un gioco di parole tra il significato letterale, cioè di Beatrice che passeggia accompagnata da altre donne, e quello metaforico, che sottolinea la superiorità della donna-angelo rispetto alle altre. L'inversione del v. 4 enfatizza il termine "bella" riferito a Beatrice.

Enumerazione: v. 8: "di gentilezza, d'amore e di fede".
Sono le qualità della donna-angelo e i temi principali dello stilnovismo, in cui si raccolgono gli effetti che essa suscita su chi la contempla e la segue.

Paronomasia: v. 5, v. 7: "vertute" – "vestute": il gioco di parole mescola il significato di virtù e le virtù di cui sono "vestite" Beatrice e coloro che la accompagnano, ossia gentilezza, amore e fede.

Metafore: v. 1, vv. 7-8: "Vede perfettamente onne salute": chi contempla Beatrice è capace di vedere la salvezza, "anzi le face andar seco vestute / di gentilezza, d'amore e di fede.": le donne indossano le qualità morali come fossero degli indumenti.

Iperbole: v. 1, v. 5, vv. 9-11, v. 12: L'intero componimento si fonda sull'iperbole: "Vede perfettamente onne salute", "E sua bieltate è di tanta virtute / che nulla invidia a le altre ne procede", "La vista di lei rende umile ogni cosa", "Ed è ne li atti suoi tanto gentile / che nessuno la si può recare a mente, / che non sospiri in dolcezza d'amore".
La vista di Beatrice è qualcosa al di sopra dell'umano ed è resa con questa figura fondata su avverbi e pronomi indefiniti ("perfettamente", "onne", "tanta", "nulla", "ogni", "nessuno") che ne sottolineano la natura angelica e appartenente al mondo celeste, al di sopra degli esseri umani.

Chiasmi: vv. 1-2: "Vede perfettamente onne salute / chi la mia donna tra le donne vede": la costruzione enfatizza la sovrapposizione tra la visione materiale della donna e la visione spirituale della salvezza.

Anadiplosi: vv. 1-2: "Vede perfettamente onne salute / chi la mia donna tra le donne vede": la ripetizione crea identità tra la vista di Beatrice e la vista del Paradiso.

Anafore: v. 5, v. 12: "E/Ed": la figura lega le quartine e le terzine in forma parallela, creando un ritmo piano e simmetrico dal punto di vista sintattico.

Antitesi: vv. 6-7, vv. 10-11: "nulla invidia a l'altre ne procede, anzi la face andar seco vestute", "e non fa sola sé parer piacente, / ma ciascuna per lei riceve onore": la costruzione sintattica pone un confronto che dà vigore alla forza vivificante di Beatrice, esaltandone la natura rispetto a quella delle altre donne.

Litote: vv. 13-14 "nessuno la si può recare a mente, / che non sospiri in dolcezza d'amore.": il componimento si chiude che con questa figura che esprime come anche il semplice ricordo del passaggio della donna-angelo sia foriero di salvezza.


Analisi e Commento


Storico-letterario

Vede perfettamente onne salute è un sonetto composto da Dante Alighieri tra il 1292 e il 1294, gli anni in cui il grande poeta fiorentino dà alla luce la Vita nova, la sua prima raccolta di certa attribuzione.

La vita nova è quella che per Dante inizia appunto dal primo incontro con Beatrice e si prolunga oltre la morte della donna, fase in cui questa continuerà ad apparire in forma trionfante e angelica, prefigurando così il personaggio che guiderà Dante nel Regno dei Cieli nella Commedia. Questo sonetto è collocato, insieme al celeberrimo Tanto gentile e tanto onesta pare, dopo l'"immaginazione" della morte di Beatrice, profetizzata dall'amico e poeta Guido Cavalcanti, e prima della morte fisica di lei, avvenuta, secondo la cronologia della raccolta, nel 1290.

All'interno del prosimetro (genere in cui si mescolano in alternanza prosa e poesia) su cui è strutturata La vita nova, Vede perfettamente onne salute fa parte della sezione delle "Rime in lode a Beatrice", in cui Dante si rifà allo stile di quello che è il maestro riconosciuto del Dolce Stil Novo, il poeta bolognese Guido Guinizzelli, autore della canzone-manifesto Al cor gentil rempaira sempre Amore. I concetti fondamentali dello stilnovismo guinizzelliano identificano la nobiltà d'animo e la capacità di amare con la virtù e la "gentilezza". L'amore per la donna-angelo, creatura celeste che dimostra in terra l'esistenza di Dio, è qualcosa che eleva l'essere umano verso la perfezione morale, la beatitudine e la salvezza. Il nome della corrente letteraria, cui aderirono i maggiori poeti fiorentini dell'epoca, da Cavalcanti a Brunetto Latini e Lapo Gianni, è dovuto alla definizione data dallo stesso Dante nel canto XXVI del Purgatorio in un dialogo con il rimatore guittoniano Bonagiunta Orbicciani. Il poeta definisce "dolce stil novo" la maniera di poetare adottata da sé e Guinizzelli, incontrato poco prima (Canto XXIV), in opposizione allo stile capeggiato da Guittone d'Arezzo, che aveva dominato la scena poetica per forme e tematiche nella prima parte del Duecento.

Dopo l'apparizione di Beatrice in Tanto gentile e tanto onesta pare, questo sonetto ad esso speculare svolge funzione di argomentazione e spiegazione dell'elevazione morale e spirituale generata dalla donna-angelo su chi la contempla e su tutto ciò che la circonda.

Tematico

Il componimento è aperto da due versi molto elaborati dal punto di vista retorico, che esprimono sinteticamente molti dei contenuti che saranno poi via via snocciolati da Dante nel susseguirsi dei versi del sonetto. Il significato letterale del chiasmo "Vede perfettamente onne salute / chi la mia donna tra le donne vede" (vv. 1-2), aperto e chiuso dall'anadiplosi della parola "vede", rimanda alla situazione narrativa di Tanto gentile e tanto onesta pare, in cui si descrive il passaggio di Beatrice tra le strade della città. Se rimaniamo al significato letterale, comprendiamo che la ragazza è accompagnata da altre donne ("la mia donna tra le donne"), ma l'inversione operata nell'anastrofe che occupa il verso permette a Dante di giocare sul significato delle parole accostate, descrivendo Beatrice come la più perfetta tra tutte, essendo essa emanazione del divino. Inoltre viene stabilita un'identità metaforica per cui si afferma nettamente che chi vede Beatrice vede letteralmente la salvezza.

Dall'affermazione di questi concetti in apertura, si dipana la descrizione dell'effetto prodotto da Beatrice su coloro che la vedono passare e la accompagnano. L'effetto prodotto sugli uomini è quello già descritto in Tanto gentile e tanto onesta pare e ribadito nei primi due versi; le donne invece sono come illuminate dall'onore di accompagnare la donna-angelo e rendono perciò grazie a Dio di aver ricevuto un dono così elevato. Oltre alla bellezza, è la virtù di Beatrice che le ricopre di "gentilezza, di amore e di fede". Si tratta dell'enumerazione dei tre principi chiave dello stilnovismo, per cui è appunto la grazia divina a concedere agli esseri umani la "gentilezza", nobiltà d'animo che consente di amare e accedere così alla piena fede nell'esistenza di Dio, dimostrata in terra dal "miracolo" costituito dalla donna-angelo. Tale è appunto il tema della prima terzina, in cui si afferma tramite un'iperbole (figura ripetuta su tutto il componimento) che "ciascuna [cosa] per lei riceve onore". Non solo donne e uomini sono elevati alla grazia, infatti, ma l'intero mondo in tutti i suoi elementi è esaltato dalla presenza di Beatrice.

A concludere il racconto di questo miracolo, si trova il ricorrente tema del sospiro, che inevitabilmente emette colui che ammira Beatrice: esso è descritto come qualcosa di oggettivo, che sgorga naturalmente dal cuore alla vista di un tale miracolo e, come si afferma negli ultimi due versi, continua ad abitare la mente degli uomini anche nel semplice ricordo di quanto si ha avuto la fortuna di poter contemplare con i propri occhi.

Stilistico

Vede perfettamente onne salute è un sonetto di 14 endecasillabi raggruppati in due quartine e due terzine). La specularità con Tanto gentile e tanto onesta pare è accentuata dallo schema identico delle rime, ABAB ABAB CDE CDE (alternata nelle quartine e ripetuta nelle terzine).

Essendo la sezione della Vita nova in cui Dante più si attiene ai principi poetici proclamati da Guinizzelli, il ritmo e il metro del componimento seguono i precetti di "dolcezza" legati allo Stil Novo. Le rime sono perciò piane e scorrevoli e sembrano fluire naturalmente senza alcuna interruzione, grazie anche ai due enjambement (vv. 3-4 e 7-8) che concorrono a rendere ininterrotta la lettura. La funzione delle interruzioni è infatti concettuale poiché esse evidenziano il contenuto dei versi che definiscono la bellezza e la virtù di Beatrice come qualità che provengono dalla fede e dalla sfera divina.

Dal punto di vista sintattico, il ritmo, fatta eccezione per alcune anastrofi (v. 2 "chi la mia donna tra le donne vede"; v. 4: "di bella grazia a Dio render merzede"), procede regolarmente e coincide con la ripartizione delle strofe. È bene segnalare però che sia la seconda quartina che la seconda terzina sono aperte dall'anafora della congiunzione coordinante (e/ed): ciò permette di legare le due sezioni di cui tradizionalmente si compone un sonetto – quartine d'apertura e terzine di chiusura – in forma simmetrica senza soluzione di continuità.

Sul piano linguistico il sonetto, pur sembrando di immediata comprensione, presenta, oltre a diversi termini arcaici come "onne", "merzede", "vertute", "vestute", anche vocaboli che sembrano essersi mantenuti identici nella nostra lingua pur avendo, in realtà, significato diverso. "Parer" del v. 10, ad esempio, vuol dire appare (si manifesta in maniera evidente), mentre "gentilezza/gentile" dei vv. 8-12 equivalgono a nobile, nel senso stilnovistico di nobiltà d'animo. È molto interessante lo studio che Dante opera sulla figura dell'iperbole, su cui è strutturato il senso metaforico di ogni strofa. La struttura sintattica che comunemente genera di volta in volta la descrizione iperbolica delle qualità di Beatrice (v. 5 "sua bieltate è di tanta vertute"; v. 9 "La vista sua fa onne cosa umile;" v. 12 "Ed è ne li atti suoi tanto gentile") è nei versi successivi seguita da altre figure retoriche come l'enfasi (seconda quartina) e la litote (seconda terzina) che determinano interessantissime varianti della stessa figura retorica.


Confronti


I due sonetti che occupano il capitolo XXVI della Vita Nova, Tanto gentile e tanto onesta pare e Vede perfettamente onne salute sono un esempio eminentemente calzante dello "stile della lode". Il nostro sonetto costituisce nella logica del prosimetro un completamento di quello che lo procede e affronta gli stessi argomenti tenendo però un tono meno contemplativo e mistico ed esponendo i propri concetti in forma filosofica e quasi argomentativa.

La spiegazione è offerta dallo stesso autore nella parte in prosa posta a introduzione delle due lodi speculari della donna. Dante ci dice che Beatrice ha assunto del tutto la forma di un angelo ed è ormai oggetto di contemplazione da parte di chiunque. Se ne decantano la bellezza tanto pura da apparire sovrannaturale e la beatitudine che la sua figura, attraverso la quale risplendono le virtù celesti interiori, trasmette a coloro che hanno la fortuna di incontrarla. Si tratta di una gioia tale da non poter espressa a parole e Dante si arroga perciò umilmente il compito di pronunciarne la lode in forma poetica. In Tanto gentile e tanto onesta pare Beatrice è "una cosa / venuta da cielo in terra a miracol mostrare" e trasmette una sensazione di luminosità e fede che non può essere esposta a chi non l'ha sperimentata direttamente. È appunto la spiegazione di questo miracolo lo scopo di Vede perfettamente onne salute, nella quale si afferma che la salvezza visibile nella figura di Beatrice si propaga su tutto ciò che la circonda, dalle donne che l'accompagnano al "tutto", iperbolicamente invocato come il mondo che si inchina alla presenza della donna-angelo come regina che lo domina con la sola presenza.

La superiorità di Beatrice su tutte le altre donne non è semplicemente dovuta alla maggiore bellezza o virtù, ma è emanata dalla natura divina di cui è propagazione diretta. Essa non è un essere umano ma una creatura angelica ed è appunto la "donna tra le donne". È questo il nòcciolo del concetto di donna-angelo perseguito dalla poesia medievale, per cui tra le donne non vi è invidia verso chi è per natura superiore a loro ma ammirazione e desiderio di imitazione. Si tratta di un concetto comune agli stilnovisti e derivazione dello stile del maestro Guinizzelli, che afferma a proposito della donna-amata in Vedut'ho la lucente stella Diana ("non credo che nel mondo sia cristiana / sì piena di biltate e di valore."). Per Guinizzelli, la donna è appunto la stella Diana (il pianeta Venere) che ha assunto la forma umana, discesa direttamente dal regno dei cieli. Anche Guido Cavalcanti, amico di Dante ma stilnovista dai temi eterodossi, descrive la donna amata come essere superiore rispetto alle altre donne ("cotanto d'umiltà donna mi pare, / ch'ogn'altra ver' di lei i' la chiam'ira.", in Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira). Infine, la tradizione stilnovista viene poi in parte ripresa nella poesia d'amore petrarchesca. Poniamo l'incipit di Chiare, fresche et dolci acque:

1. Chiare, fresche et dolci acque,
2. ove le belle membra
3. pose colei che sola a me par donna;

Anche Petrarca, nel suo amore per Laura che ha però caratteri in alcuni luoghi meno mistici e decisamente più tormentati di quelli dei suoi predecessori stilnovisti, descrive la donna-angelo come qualcosa che per natura divina è al di sopra delle altre donne. Si richiama ancora l'origine celeste della donna-angelo, tramite per il regno dei cieli e degna di una contemplazione che sconvolge l'intelletto umano.


Domande e Risposte


Di quale raccolta fa parte il componimento?
Vede perfettamente onne salute fa parte della Vita nova di Dante Alighieri.

Qual è il tema principale della lirica?
Il tema principale della lirica è la spiegazione dell'effetto di beatitudine prodotto dal passaggio di Beatrice su ciò che la circonda.

Di quale sezione della raccolta fa parte il componimento?
Il componimento fa parte del Capitolo XXVI, "Rime in lode di Beatrice".

Qual è la forma metrica di Vede perfettamente onne salute?
Vede perfettamente onne salute è un sonetto di 14 endecasillabi raggruppati in due quartine e due terzine) disposti secondo lo schema rimico ABAB ABAB CDE CDE (alternata nelle quartine e ripetuta nelle terzine).

Di quale celebre lirica Vede perfettamente onne salute è il completamento?
La poesia è il contrappunto speculare di Tanto gentile e tanto onesta pare.

A quale genere appartiene la raccolta in cui è inserito il componimento?
La Vita nova è un prosimetro, genere in cui si alternano poesia e prosa.

Fonti: libri scolastici superiori

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