Parafrasi, Analisi e Commento di: "Goal" di Umberto Saba
1) Scheda dell'Opera
2) Introduzione
3) Testo e Parafrasi puntuale
4) Parafrasi discorsiva
5) Figure Retoriche
6) Analisi e Commento
7) Confronti
8) Domande e Risposte
Scheda dell'Opera
Autore: Umberto Saba
Titolo dell'Opera: Canzoniere
Data: 1933-34 (Cinque poesie per il gioco del calcio è incluso in Parole, sezione apparsa nella terza edizione del Canzoniere, opera che contiene l'intera produzione poetica di Saba. L'ultima edizione, uscita postuma nel 1961, è suddivisa in 26 sezioni)
Genere: Poesia lirica
Forma metrica: Endecasillabi sciolti raggruppati in tre sestine (18 versi in totale)
Introduzione
Il testo "Goal" di Umberto Saba è una delle poesie più famose della raccolta "Il Canzoniere", pubblicata nel 1921. In questa poesia, Saba racconta con grande intensità emotiva un momento di vita quotidiana: l'esultanza per un gol durante una partita di calcio. L'autore, con uno stile semplice ma efficace, riesce a elevare un evento sportivo a simbolo di un'esperienza collettiva, in cui il singolo si fonde con la folla in un momento di pura gioia. "Goal" è una riflessione sull'umanità, sui suoi entusiasmi e sulla sua ricerca di momenti di felicità condivisa.
Testo e Parafrasi puntuale
1. Il portiere caduto alla difesa 2. ultima vana, contro terra cela 3. la faccia, a non veder l'amara luce. 4. Il compagno in ginocchio che l'induce 5. con parole e con mano, a rilevarsi, 6. scopre pieni di lacrime i suoi occhi. 7. La folla – unita ebrezza – par trabocchi 8. nel campo. Intorno al vincitore stanno, 9. al suo collo si gettano i fratelli. 10. Pochi momenti come questo belli, 11. a quanti l'odio consuma e l'amore, 12. è dato, sotto il cielo, di vedere. 13. Presso la rete inviolata il portiere 14. – l'altro – è rimasto. Ma non la sua anima, 15. con la persona vi è rimasta sola. 16. La sua gioia si fa una capriola, 17. si fa baci che manda di lontano. 18. Della festa – egli dice – anch'io son parte. |
1-4. Il portiere caduto nell'inutile ultimo tentativo di difendere la porta, nasconde la faccia a terra per la rabbia, 3. quasi per non vedere la luce, fonte di dolore. 4. Il compagno in ginocchio che lo incita 5. a rialzarsi, con parole e con gesti, 6. scopre che i suoi occhi sono pieni di lacrime. 7-9. Il pubblico, unito nell'esultanza comune, sembra che si riversi nel campo. I giocatori della squadra vincitrice si accalcano intorno all'autore del goal, gli si gettano al collo. 10-12. Agli uomini consumati dall'odio e dall'amore è dato di vedere sotto il cielo ben pochi momenti belli come questo. 13-15. L'altro portiere è rimasto presso la rete inviolata. Ma la sua anima (che partecipa alla gioia dei compagni) non è rimasta sola come il suo corpo. 16. La sua gioia si trasforma in una capriola, 17. in baci che manda da lontano. 18. Egli dice: «Anch'io sono parte della festa». |
Parafrasi discorsiva
[vv. 1-6]. Il portiere caduto nell'inutile ultimo tentativo di difendere la porta, nasconde la faccia a terra per la rabbia, quasi per non vedere la luce, fonte di dolore. Il compagno in ginocchio che lo incita a rialzarsi, con parole e con gesti, scopre che i suoi occhi sono pieni di lacrime.
[vv. 7-12] Il pubblico, unito nell'esultanza comune, sembra che si riversi nel campo. I giocatori della squadra vincitrice si accalcano intorno all'autore del goal, gli si gettano al collo. Agli uomini consumati dall'odio e dall'amore è dato di vedere sotto il cielo ben pochi momenti belli come questo.
[vv. 13-18] L'altro portiere è rimasto presso la rete inviolata. Ma la sua anima (che partecipa alla gioia dei compagni) non è rimasta sola come il suo corpo. La sua gioia si trasforma in una capriola, in baci che manda da lontano. Egli dice: «Anch'io sono parte della festa».
Figure Retoriche
Anafore: vv. 16-17: "si fa". Il poeta ripete la locuzione e dà enfasi alla gioia del marcatore che esulta.
Allitterazioni: v. 2, vv. 5-6, v. 9, v. 13: "ultima vana, contro terra cela", "con parole e con mano, a rilevarsi, scopre pieni di lacrime i suoi occhi", "al suo collo si gettano i fratelli", "Presso la rete inviolata il portiere". Il poeta riproduce il fragore del tifo dello stadio insistendo sulla -r- e la -l-
Enjambements: vv. 1-2, 2-3, 4-5, 5-6, 7-8, 8-9, 10-11, 11-12, 13-14, 14-15, 16-17.
Sinestesia: v. 3: "amara luce". La luce del sole, un oggetto percepito con la vista, sembra essere divenuta amara, un aggettivo relativo al gusto, perché il portiere la vede dopo essersi buttato e non essere riuscito a parare il tiro dell'attaccante.
Metafore: v. 7, v. 9, vv. 16-17: "La folla – unita ebbrezza". Il tumulto dell'esultanza del pubblico è paragonato a un'ebbrezza collettiva, "i fratelli". L'unione tra i compagni di squadra è assimilata alla fratellanza, "si fa una capriola, si fa baci". La gioia si trasforma in qualcosa di concreto e tangibile nell'esultanza della squadra vincitrice.
Antitesi: v. 11: "odio" e "amore". Sono i sentimenti che percorrono la vita, descritta nel verso come un'alternanza tra questi.
Anastrofi: vv. 8-9, vv. 13-14: "Intorno al vincitore stanno, al suo collo si gettano i fratelli", "Presso la rete inviolata il portiere – l'altro – è rimasto". Il poeta utilizza il rallentamento sintattico per fare un "flash" sulla scena descritta.
Iperbato: v. 6, v. 18: "scopre pieni di lacrime i suoi occhi", "Della festa – egli dice – anch'io son parte". La figura enfatizza i momenti di esultanza e sconforto a seguito della marcatura del gol.
Paronomasia: vv. 4-6: "ginocchio" / "occhi". La figura lega il difensore e il portiere che si rialzano insieme, in un'atmosfera di fratellanza che li unisce anche nel momento della sconfitta.
Endiadi: v. 2: "Ultima vana". La coppia di aggettivi enfatizza l'estremo attimo in cui il portiere tenta di salvare la propria porta.
Similitudini: v. 7: "La folla – unita ebbrezza – par trabocchi". L'esultanza del pubblico è assimilata a un fiume che esonda dagli spalti.
Litote: v. 8: "vincitore". Con il termine è indicato il marcatore del gol.
Zeugma: v. 11: "a quanti l'odio consuma e l'amore,". La figura lega i sentimenti di amore e odio come quelli fondamentali del corso della vita umana.
Prosopopea: v. 18: "Della festa – egli dice – anch'io son parte". Le parole sono messe in bocca al portiere della squadra marcatrice che partecipa da lontano all'esultanza dei compagni.
Analisi e Commento
Storico-letterario
Goal è una poesia contenuta nella sezione Parole del Canzoniere di Umberto Saba. La raccolta, dal titolo di chiara ispirazione petrarchesca, fu pubblicata, dopo una prima circolazione manoscritta, in una prima edizione datata 1921, destinata ad essere ristampata e arricchita sino a quella, pubblicata postuma e contenente gran parte della produzione poetica dell'autore, del 1961. A partire dall'edizione del 1948 fu allegata la Storia e cronistoria del Canzoniere, una guida dell'opera redatta dallo stesso autore in terza persona a funzione esplicativa per il lettore e di grande utilità per la comprensione delle idee e della sensibilità dell'autore agli occhi della critica contemporanea.
"Parole" rappresenta una sezione in cui Saba si discosta dalle sue peculiarità stilistiche, pur conservando un'impostazione lirica tradizionale e dimessa. Il poeta sperimenta scelte tematiche e stilistiche più "alte" rispetto a quelle adottate in precedenza, che si traducono in toni più asciutti ed epigrammatici.
Goal, come facilmente intuibile dal titolo, è parte del ciclo Cinque poesie per il gioco del calcio, risalenti al 1933-34 e comparse nella terza edizione del Canzoniere. Esse sono dedicate ad una tematica all'apparenza banale e niente affatto "poetica", il calcio appunto, ben lontano dalle problematiche psicanalitiche ed esistenzialiste tipiche della poesia di Umberto Saba. La scelta potrebbe sembrare bizzarra, eppure risulta del tutto coerente con l'impostazione generale che Saba aveva stabilito per la raccolta Parole. Le riflessioni di carattere universale nascondo proprio a partire da minimi eventi quotidiani, spesso osservati dall'esterno. Lo sguardo dell'autore, secondo la poetica di Saba, non è mai distaccato e non ha alcuna pretesa di oggettività, anzi l'avvenimento descritto è sempre un'occasione di profonda partecipazione alle gioie e ai dolori dell'umanità intera. Secondo questa prospettiva, la scelta di una parola «onesta» (La formula «poesia onesta» proviene da un intervento che Saba scrisse nel 1911 per la rivista "La voce" e, sebbene rifiutato dalla rivista, fu poi ritrovato tra le carte del poeta e pubblicato nel 1959 con il titolo Quello che resta da fare ai poeti.), di situazioni "prosaiche" e di un linguaggio umile, dimesso, non esclude la possibilità di approfondimento psicologico e filosofico. Partendo dal paradosso il poeta vuole veicolare anche le tematiche più complesse e diffonderle presso un pubblico più ampio possibile. La scelta del calcio, il gioco più amato dagli italiani, riflette dunque una forte volontà di apertura e comunicazione, con un'autentica tensione pedagogica rivolta a chiunque.
Tematico
Dall'incipit in medias res della prima strofa ci troviamo immediatamente immessi nel quadro descritto, che si svolge in un campo da calcio nel momento appena successivo alla realizzazione del goal che dà il titolo alla poesia. L'attenzione è focalizzata sul portiere della squadra perdente che dopo un ultimo estremo tentativo di difesa della porta è costretto ad arrendersi. La squadra avversaria ha segnato il goal della vittoria, così lo sventurato portiere, per la rabbia e l'umiliazione della sconfitta, nasconde il viso a terra coprendoselo con le mani, rifiutandosi di restituire gli occhi alla luce del sole che gli diviene, attraverso una sinestesia (v.4), «amara». L'utilizzo della figura retorica della sinestesia da parte di Saba enfatizza l'immagine del portiere battuto dagli avversari innescando nel lettore una forte compartecipazione al suo dolore.
Nella scena, particolarmente carica di pathos se pensiamo al contesto descritto, si apre un bagliore di positività: il portiere battuto non è solo. Un compagno di squadra che gli siede accanto lo incita a rialzarsi, gli parla, probabilmente gli tende la mano e lo sorregge sino a farlo tornare in piedi. Il portiere è in lacrime ma il compagno lo nota, si preoccupa, ha cura di lui. Si tratta di un'apparizione quasi epifanica il cui valore simbolico sta nella profondità del sentimento d'amicizia, che resiste e si rivela appieno proprio nei momenti più difficili, portando con sé solidarietà e sostegno reciproco.
Il tema del sostegno e dell'amicizia come fraternità si dispiega poi pienamente nella seconda strofa, in cui il poeta ci mostra la stessa scena da un'altra prospettiva. Siamo in un'altra parte del campo e vediamo l'esultanza collettiva dei giocatori della squadra che ha appena segnato che corrono esultano a ricevere l'abbraccio del pubblico che li acclama. Vediamo perciò altri volti amici e altri gesti che sigillano il loro legame. L'abbraccio è questa volta euforico al collo del giocatore che ha appena segnato il goal, ed ecco che ogni cosa promana gioia, i compagni – che sono divenuti attraverso una metafora dei veri e propri "fratelli" – e la folla sugli spalti sembrano quasi trasformarsi in un unico corteo festante. L'eccezionalità del momento è rappresentata come una temporanea uscita dalla routine quotidiana segnata da una rielaborazione del leopardiano "dì di festa". Per un giorno soltanto e per un momento, non sono l'amore e l'odio a «consumare» le vite degli uomini, come il poeta afferma nell'antitesi al v. 11, ma sono gli uomini stessi che riescono a trasformare la propria passività alle passioni dell'esistenza in un vitalismo attivo e collettivo che si esprime nello sport.
La terza strofa vede la scena vissuta attraverso lo sguardo lontano dell'altro portiere, quello della squadra vincitrice, rimasto inoperoso tra i pali della sua porta. Il poeta crea una separazione tra il corpo del giocatore e la sua anima, lontano dagli altri compagni e dalla loro esuberanza, è vicino anch'egli a loro con l'entusiasmo dell'animo e della vittoria. L'esultanza dei "fratelli" lo contagia senza esitazioni ed egli partecipa alla gioia collettiva. Nel suo caso questa si manifesta e materializza – con un ulteriore spostamento di piani – in un insieme di gesti: una capriola, dei baci, fino a pronunciare la frase contenuta nel verso conclusivo («Della festa – egli dice – anch'io son parte»). L'affermazione del portiere vincitore, introdotta con una prosopopea in discorso indiretto libero, costituisce un vero e proprio fulmen in clausola (= conclusione ad effetto) ed è fondamentale per l'interpretazione della lirica.
Saba crea un'interessante sovrapposizione di tre punti di vista differenti e utilizzando in tutti e tre i casi una lingua fortemente comunicativa induce il lettore a meditare sul valore dell'amicizia e della solidarietà fra esseri umani. L'argomento è trattato ponendo in rilievo la sua dimensione più pratica e immediata: ogni piccolo gesto quotidiano (l'offerta d'aiuto, l'abbraccio, l'effusione di gioia) è in grado di creare una relazione con l'altro poiché cela in sé la meraviglia della condivisione.
Stilistico
Goal è composta da tre sestine (strofe di sei versi) di endecasillabi, all'interno delle quali vi è una rima fra il terzo e il quarto verso di ogni strofa e fra l'ultimo verso della precedente e il primo della successiva.
Le parole in rima sono vv. 3-4: "luce" / "induce"; vv. 6-7: "occhi" / "trabocchi"; vv. 9-10: "fratelli" / "belli"; vv. 12-13: "vedere" / "portiere"; vv. 15-16: "sola" / "capriola". Sono inoltre presenti, come spesso accade nello stile di Umberto Saba, moltissimi enjambement (vv. 1-2; 2-3; 4-5; 5-6; 7-8; 8-9; 10-11; 11-12; 13-14; 14-15;16-17).
Come avviene in altre poesie della stessa raccolta, e particolarmente nella sezione "Parole", anche in Goal Saba utilizza una forma metrica tradizionale. L'ideale di chiarezza e semplicità, mutuato dalla poetica che fu propria del Canzoniere di Petrarca riadattata all'estetica novecentesca, si esprime anche attraverso il lessico: il vocabolario è selezionato al minimo indispensabile e quotidiano, risulta di immediata comprensione e contribuisce a creare un tono intimo e accorato.
Dal punto di vista sintattico, tuttavia, la lirica di Saba adotta una discreta complessità, fatta di periodi ipotattici in cui si presentano spesso incisi a carattere esplicativo e metaforico. Il poeta alterna figure sintattiche di stampo tradizionale come le anastrofi (vv. 8-9: "Intorno al vincitore stanno, al suo collo si gettano i fratelli"; vv. 13-14: "Presso la rete inviolata il portiere – l'altro – è rimasto") o l'iperbato (v. 6: "scopre pieni di lacrime i suoi occhi"; v. 18: "Della festa – egli dice – anch'io son parte") e figure più moderne e complesse, quali lo zeugma (v. 11: "a quanti l'odio consuma e l'amore,") e il discorso indiretto libero nella prosopopea finale (v. 18: "Della festa – egli dice – anch'io son parte"), che spezza totalmente il ritmo dei versi precedenti e rappresenta il commento ideologico fondamentale che conclude il componimento.
Confronti
Nel sistema ideologico di Saba hanno grandissima importanza i momenti di epifania, autentici attimi di gioia che sconvolgono l'esistenza umana ravvivandola e sconvolgendo il dolore e la sofferenza che le sono proprie. Nella poesia Neve, che fa parte della stessa sezione del Canzoniere di Goal, vediamo espressa la cognizione del dolore umano nella metafora "creatura di pianto" riferita alla moglie del poeta, presa a simbolo del destino di sofferenza riservato dalla natura a ogni individuo. La neve, come il goal nel nostro caso, è un evento che rompe il susseguirsi consueto degli eventi e porta a una rinascita dopo il dolore.
Rielaborando il concetto leopardiano del "dì di festa", presente in grandi liriche dei Canti quali appunto La sera del dì di festa o Il sabato del villaggio, Saba lo volge in chiave positiva e ottimistica. Per Leopardi il sabato ("di sette il più gradito giorno") o la domenica festiva sono l'intervallo breve di gioia che illude rispetto alla fatica e al travaglio dell'esistenza. Le illusioni sono per il poeta recanatese destinate a spegnersi e la vita a essere consumata dall'infelicità causata dalla crudeltà della natura matrigna. Per Saba, che condivide con Leopardi la concezione della sofferenza come condizione comune della vita umana, gli attimi di gioia sono invece fonte di speranza e consolazione che portano alla solidarietà tra le creature.
Il grande entusiasmo dei giocatori "fratelli" che si abbracciano dopo il goal segnato dal loro compagno, il difensore che sostiene il portiere appena battuto, o addirittura la partecipazione a distanza del portiere rimasto solo a guardia dei pali inviolati, sono forme di solidarietà che regalano felicità nel mezzo della fatica. Un concetto simile – con analoga metafora – lo si trova in Fratelli, una delle tante poesie che Giuseppe Ungaretti, contemporaneo di Saba, scrisse sul fronte del Carso durante la Prima Guerra Mondiale. Il componimento descrive appunto il riconoscimento notturno tra i soldati che si chiedono "Di che reggimento siete, fratelli?", illuminando con quella parola di condivisione e vicinanza l'oscurità delle notti in trincea. Parola dal fortissimo valore simbolico, "fratelli" è per Ungaretti una parola che incarna la "involontaria rivolta / dell'uomo presente alla sua / fragilità", proprio come per Saba lo sono i fenomeni inattesi e quotidiani come una nevicata o un'esultanza per il goal della propria squadra.
Domande e Risposte
Di quale raccolta fa parte Goal?
Goal è parte del Canzoniere di Umberto Saba.
In quale sezione della raccolta la poesia è inclusa?
La poesia è inclusa nella sezione "Parole".
Con quali altre poesie della raccolta Goal è collegata?
Goal è una delle poesie del ciclo Cinque poesie per il gioco del calcio.
Qual è la tematica principale del componimento?
La tematica principale del componimento è la descrizione dell'esultanza di una squadra dopo un goal durante una partita di calcio.
Qual è la forma metrica di Goal?
Goal è composta da tre sestine (strofe di sei versi) di endecasillabi, all'interno delle quali vi è una rima fra il terzo e il quarto verso di ogni strofa e fra l'ultimo verso della precedente e il primo della successiva.
Come sono definiti i compagni di squadra che esultano insieme attraverso una metafora?
I giocatori in festa sono chiamati "fratelli" da Saba.
Fonti: libri scolastici superiori