Parafrasi, Analisi e Commento di: "Traversando la maremma toscana" di Giosuè Carducci


Immagine Giosuè Carducci
1) Scheda dell'Opera
2) Introduzione
3) Testo e Parafrasi puntuale
4) Parafrasi discorsiva
5) Figure Retoriche
6) Analisi e Commento
7) Confronti
8) Domande e Risposte

Scheda dell'Opera


Autore: Giosuè Carducci
Titolo dell'Opera: Rime nuove
Prima edizione dell'opera: 1887, ma il componimento è stato scritto nel 1885
Genere: Poesia lirica
Forma metrica: Sonetto, con schema di rime alternate nella prima parte (ABAB ABAB) e invertite nella seconda (CDC, DCD)



Introduzione


"Traversando la maremma toscana" è una delle poesie più evocative di Giosuè Carducci, scritta nel 1885. In questa composizione, Carducci celebra la bellezza e la malinconia della Maremma, una regione della Toscana nota per i suoi paesaggi selvaggi e incontaminati. La poesia riflette il forte legame del poeta con la sua terra natale, mettendo in risalto la sua capacità di trasformare un'esperienza personale di viaggio in una meditazione universale sulla natura, la memoria e la storia. Attraverso versi ricchi di immagini suggestive e un linguaggio potente, Carducci ci trasporta in un viaggio che è al tempo stesso fisico e spirituale, esplorando le profonde connessioni tra l'uomo e il paesaggio che lo circonda.


Testo e Parafrasi puntuale


1. Dolce paese, onde portai conforme
2. L'abito fiero e lo sdegnoso canto
3. E il petto ov'odio e amor mai non s'addorme,
4. Pur ti riveggo, e il cuor mi balza in tanto.

5. Ben riconosco in te le usate forme
6. Con gli occhi incerti tra 'l sorriso e il pianto,
7. E in quelle seguo de' miei sogni l'orme
8. Erranti dietro il giovenile incanto.

9. Oh, quel che amai, quel che sognai, fu in vano;
10. E sempre corsi, e mai non giunsi il fine;
11. E dimani cadrò. Ma di lontano

12. Pace dicono al cuor le tue colline
13. Con le nebbie sfumanti e il verde piano
14. Ridente ne le pioggie mattutine.
1. Caro paese, dal quale ho ricavato un identico
2. carattere orgoglioso e una poesia indignata contro le ingiustizie del mondo
3. e questo mio cuore dove i sentimenti estremi dell'odio e dell'amore non dormono mai,
4. finalmente ti rivedo e il cuore mi sobbalza ancora nel petto per un'emozione così grande.

5. Riconosco bene in te l'aspetto al quale mi sono abituato nel tempo,
6. con gli occhi che esitano passando dalla gioia al dolore
7. e in quelle immagini percorro a ritroso le impronte dei miei sogni
8. Che inseguivano vagabonde le illusioni tipiche della gioventù.

9. Oh, tutto ciò che ho amato, tutto ciò che ho sognato è stato inutile;
10. ho sempre corso e non ho mai raggiunto la meta
11. e domani morirò. Ma guardandole da lontano

12. le tue colline portano la pace del mio cuore,
13. con le nebbie che sfumano e la verde pianura
14. gradevole con le piogge del mattino.



Parafrasi discorsiva


Caro paese, dal quale ho ricavato un identico carattere orgoglioso e una poesia indignata contro le ingiustizie del mondo e questo mio cuore dove i sentimenti estremi dell'odio e dell'amore non dormono mai, finalmente ti rivedo e il cuore mi sobbalza ancora nel petto per un'emozione così grande.

Riconosco bene in te l'aspetto al quale mi sono abituato nel tempo, con gli occhi che esitano passando dalla gioia al dolore e in quelle immagini percorro a ritroso le impronte dei miei sogni che inseguivano vagabonde le illusioni tipiche della gioventù.

Oh, tutto ciò che ho amato, tutto ciò che ho sognato è stato inutile; ho sempre corso e non ho mai raggiunto la meta e domani ù morirò. Ma guardandole da lontano le tue colline portano la pace del mio cuore, con le nebbie che sfumano e la verde pianura gradevole con le piogge del mattino.


Figure Retoriche


Allitterazioni: v. 1, v. 14, v. 2, v. 10: della "e": "Dolce paese, onde portai conforme", "ridente ne le piogge mattutine", della "o": "l'abito fiero e lo sdegnoso canto", della "s": "e sempre corsi, e mai non giunsi il fine". Si evidenziano i suoni dolci per indicare la prevalenza della dolcezza sulla malinconia.

Anacoluti: v. 3: "odio e amor mai non s'addorme". La scelta del verbo al singolare racchiude la compresenza dei sentimenti estremi contrastanti.

Anadiplosi: v. 9: "Oh, quel che amai, quel che sognai". La ripetizione enfatizza il dolore dei rimpianti del poeta.

Anastrofi: v. 7, v. 12: "dei miei sogni l'orme", "pace dicono al cuor le tue colline". Le inversioni regolano a livello ritmico la regolarità sonora del componimento.

Antitesi: vv. 1-2, v. 3, v. 6: "dolce – fiero e sdegnoso", "odio e amor", "tra il sorriso e il pianto". Evidenziano la compresenza di un doppio animo nel poeta, diviso tra rabbia, rimpianti e gioie e serenità.

Apostrofi: v. 1: "dolce paese". La poesia è rivolta formalmente alla Maremma.

Chiasmi: v. 2, v. 13: "l'abito fiero e lo sdegnoso canto", "le nebbie sfumanti e il verde piano". Di nuovo si pongono in evidenza le contraddizioni nell'animo del poeta.

Climax: vv. 10-11: "E sempre corsi, e mai non giunsi il fine; / E dimani cadrò". Figura che descrive sinteticamente il bilancio tragico che il poeta fa della propria esistenza.

Enjambements: vv. 1-2, vv. 5-6, vv. 7-8, vv. 11-12, vv. 13-14: "conforme / l'abito", "le usate forme/ Con gli occhi", "orme / erranti", "ma di lontano / pace", "piano / ridente". Interruzioni ritmiche che evidenziano fortemente le parole-chiave per la comprensione della problematica principale del componimento.

Metafore: v. 11: "cadrò". Verbo utilizzato in sostituzione della parola "morirò" perché la vita è descritta come una folle corsa.

Metonimia: v. 3: "petto". Si indica il petto come sede delle emozioni umane.

Polisindeti: vv. 2-4, vv. 10-11: "L'abito fiero e lo sdegnoso canto / E il petto ov'odio e amor mai non s'addorme, / Pur ti riveggo, e il cuor mi balza in tanto.". L'elenco esprime l'animo diviso in sensazioni tra loro differenti, "E sempre corsi, e mai non giunsi il fine; / E dimani cadrò". Elenco delle tre fasi della vita vista come una folle corsa.

Personificazione: v. 7, v. 12, vv. 12-13: "de' miei sogni l'orme". Dei sogni del poeta restano le tracce nel cammino che egli ha percorso, "Pace dicono al cuor le tue colline", "verde piano / ridente". Le colline sono descritte come un volto umano che sorride e parla.

Sineddoche: v. 2: "l'abito". Si indica con l'abito il corpo del poeta e la sua identità, "canto". Si indica con il termine l'attività poetica dell'autore.


Analisi e Commento


Storico-letterario

Traversando la Maremma toscana è un componimento pubblicato da Giosuè Carducci all'interno delle Rime nuove (1887), la raccolta che riunisce la produzione del poeta tra il 1861 e l'anno di pubblicazione. La redazione del componimento risale però al 1885 a seguito di un viaggio in treno da Livorno a Roma durante il quale Carducci ebbe l'occasione di attraversare i luoghi della sua infanzia e in particolare il paese di Castagneto.

Le poesie delle Rime nuove percorrono tutto l'itinerario dei metri tradizionali della poesia italiana e presentano una varietà di temi tipicamente legati a Carducci, la cui vena poetica fu spesso ispirata dalla lettura e l'ammirazione per i testi classici latini, greci e italiani, dalla rievocazione di periodi storici gloriosi o dal ricordo della propria giovinezza. Non mancano, inoltre, le note paesaggistiche, come vediamo in questa lirica, e la tematica amorosa. Queste problematiche sono costantemente poste dall'autore in contrasto con la mediocrità del presente e da ciò deriva quello che è definito classicismo carducciano.

In Traversando la Maremma toscana vediamo che il viaggio suscita emozioni contrastanti nel poeta. Il ricordare un passato luminoso porta sicuramente dolcezza nel cuore, ma nello stesso tempo fa sì che risorga nell'animo dell'autore la consapevolezza delle disillusioni che ne hanno segnato la maturazione. L'atmosfera malinconica è inoltre accompagnata da un senso di presenza e vicinanza della morte, che gli impedirà qualunque forma di riscatto. La tristezza è tuttavia consolata dalla dolcezza del paesaggio maremmano, che consente di leggere nel componimento un messaggio di pace e un invito ad accettare l'inevitabile destino dell'uomo, che può trovare una significativa consolazione nella contemplazione della bellezza della natura.

Tematico

La lirica presenta un andamento contenutistico che accompagna la divisione in quartine e terzine tipica del sonetto. L'apostrofe "Dolce paese" (v.1) che apre il componimento introduce il momento in cui l'io-poetico si rivolge direttamente al paesaggio che vede scorrere davanti a sé e pone una riflessione sulla natura del suo animo, sempre e solo predisposto ad emozioni forti contrastanti come odio e amore. La seconda strofa mette invece in mostra la corrispondenza del panorama del presente con quello dell'infanzia, con la piana maremmana che diventa simbolo di un mondo idilliaco immobile e preservato dal fragore del secolo in cui il poeta vive. Emerge, pertanto, un netto contrasto tra i sogni del passato e la consapevolezza dell'attuale inconsistenza della sua vita.

È appunto il trovarsi davanti un paesaggio identico a quello che aveva lasciato da bambino che suscita nel poeta un bilancio della propria esistenza e della propria situazione attuale, espresso nelle due terzine finali. Con il climax "E sempre corsi, e mai non giunsi il fine; / E dimani cadrò" (vv.10-11) egli traccia il percorso della sua vita turbolenta, ormai giunta alla soglia che sfocia nella parte finale dell'esistenza (Carducci ha cinquant'anni quando scrive questa poesia) e che sembrerebbe essere destinata a una conclusione vana. Tuttavia, la chiusa dell'ultima terzina, introdotta dalla congiunzione avversativa "ma", riporta un senso di pace e serenità per la riproposizione delle immagini dolci del paesaggio maremmano, che suggeriscono la quiete della morte, ma offrono anche una consolazione al poeta, invitandolo tacitamente ad accettare il suo destino. In questo che è un vero e proprio paysage d'âme – la corrispondenza tra mondo esteriore e stato d'animo interiore, tipica della poesia romantica francese – dominano il senso di parentela con la natura, la descrizione dell'interiorità del poeta, la disillusione e la consolazione. La sovrapposizione tra il paesaggio reale e quello della memoria porta a evidenziare che la descrizione sia soprattutto emotiva e personale.

Stilistico

Quanto alla forma metrica, Traversando la Maremma toscana è un sonetto in endecasillabi, con schema di rime alternate nella prima parte (ABAB ABAB) e invertite nella seconda (CDC, DCD).

La distribuzione dei termini in rima e degli enjambements ("conforme / l'abito" (vv. 1-2); "le usate forme/ Con gli occhi" (vv. 5-6); "orme / erranti" (vv. 7-8); "ma di lontano / pace" (vv. 11-12); "piano / ridente" (vv. 13-14) mette in evidenza le scelte poetiche più significative riguardo alla problematica principale che la lirica affronta; le antitesi ("dolce – fiero e sdegnoso" (vv. 1-2); "odio e amor" (v. 3) "tra il sorriso e il pianto" (v. 6)) sottolineano invece la contraddittorietà dei sentimenti di malinconia, disillusione da un lato e di allegria e serenità dall'altro che il ricordo suscita. La musicalità del componimento, come spesso accade in Carducci, è estremamente curata e significante. L'utilizzo delle allitterazioni si concentra su vocali e suoni dolci (della "e": "Dolce paese, onde portai conforme" (v. 1); "ridente ne le piogge mattutine" (v. 14); della "o": "l'abito fiero e lo sdegnoso canto" (v. 2); della "s": "e sempre corsi, e mai non giunsi il fine" (v. 10)), il che suggerisce che a prevalere tra la malinconia e il sorriso sia la dolcezza di quest'ultimo – come suggerisce, d'altronde, la strofa finale.

Negli elementi sintattici e lessicali è invece possibile riconoscere l'operazione tipica condotta da Carducci nella sua poesia, quella che egli stesso definì "metrica barbara". Si tratta dell'applicazione degli ideali classici e delle forme metriche tradizionali (latine, greche o italiane, come appunto il sonetto) sulla lingua italiana contemporanea all'autore e trattando problematiche anche di tipo intimistico, di possibile accostamento romantico, come accade in questa poesia. Ne consegue una scelta di termini sempre aulici ed elevati e un periodare ipotattico, ricco di incisi e subordinate, che però viene racchiuso in un'armonia formale regolare, data dalla disposizione dei versi e dalla posizione fissa di accentazione e parole rimanti tipica del sonetto.


Confronti


All'interno delle Rime nuove è presente una lirica fortemente legata a Traversando la Maremma toscana, essendo ispirata dallo stesso viaggio attraverso la Toscana. Si tratta dell'ode Davanti San Guido:

21. Ma, cipressetti miei, lasciatem' ire:
22. Or non è piú quel tempo e quell'età.
23. Se voi sapeste!... via, non fo per dire,
24. Ma oggi sono una celebrità.

25. E so legger di greco e di latino,
26. E scrivo e scrivo, e ho molte altre virtú:
27. Non son piú, cipressetti, un birichino,
28. E sassi in specie non ne tiro piú.

In questa sezione della lunga ode, che il poeta mette in scena come un dialogo tra se stesso e i cipressi davanti all'oratorio di San Guido a Bolghèri, una frazione del comune di Castagneto dove il poeta trascorse l'infanzia, Carducci esprime la differenza tra il sé adulto e il sé bambino, che i cipressi vorrebbero poter veder ancora giocare tra i loro fusti. Carducci fa riferimento al suo essere "celebrità" (poeta, professore universitario e politico riconosciuto) che non gli permette più di perdere tempo, ma i cipressi lo rimproverano aspramente come un "pover'uomo" (v. 36). Traspare, pertanto, anche in questa lirica quel senso di disillusione che domina nel componimento legato dalla stessa ambientazione.

Traversando la Maremma toscana è inoltre un componimento fitto di rimandi letterari. Il v. 5 ("ben riconosco in voi le usate forme") è una citazione del sonetto Valle che de' lamenti miei sei piena di Petrarca, che recita al v. 9 "ben riconosco in voi l'usate forme"; anche il "e sempre corsi" al v.10 ricorda molto da vicino il celeberrimo aforisma di Vittorio Alfieri riguardo alla propria natura intima ("Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli"). Tuttavia, i veri punti di riferimento a livello filosofico e concettuale di Traversando la Maremma toscana sono Ugo Foscolo e Giacomo Leopardi, poeti ammiratissimi da Carducci. Il tema consolatorio del ricordo è presente nel Leopardi di Alla luna ad esempio, ma a ricordare da vicino le tematiche tipiche del poeta di Recanati sono la disillusione estrema e il senso di morte che abitano il componimento. E tuttavia il profilo sorridente delle colline che rasserena in chiusura rievoca il "dolce naufragare" nel mare dell'immaginazione che consola e chiude L'infinito di Leopardi.

Infine, è ancora più preciso il richiamo a Alla sera di Ugo Foscolo, con il quale Carducci condivide "l'abito fiero" e il petto "ov'odio e amor mai non s'addorme" se non alla vista del piano maremmano e le colline circostanti, così come accade a Foscolo quando scende la sera:

13. E mentre io guardo la tua pace, dorme
14. Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.


Domande e Risposte


In quale raccolta è inserita Traversando la Maremma toscana?
Traversando la Maremma toscana fa parte delle Rime Nuove (1887)

In quale occasione fu composta la poesia?
La poesia fu ispirata da un viaggio da Livorno a Roma nel 1885

Qual è il paese toscano dove Carducci trascorse la sua infanzia?
Il paese dove Carducci visse è Castagneto.

Qual è il tema principale del componimento?
Il tema principale del componimento è il contrasto tra disillusione e dolcezza del ricordo suscitato dal paesaggio.

Qual è la forma metrica della lirica?
Traversando la Maremma toscana è un sonetto in endecasillabi con schema rimico in rima alternata ABAB ABAB CDC DCD.

Che figura retorica compare nel v.9 "Oh, quel che amai, quel che sognai, fu in vano?
La figura retorica in questione è un'anadiplosi.

Fonti: libri scolastici superiori

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