Arthur Schopenhauer - L'arte


Immagine Arthur Schopenhauer
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Nel terzo volume de "Il mondo come volontà e rappresentazione", Schopenhauer presenta un'affascinante prospettiva sull'arte. Egli la considera come una forma di espressione che va oltre la mera rappresentazione delle cose. L'arte, secondo lui, riesce a cogliere l'essenza più profonda della realtà, quella volontà che permea ogni essere vivente. Questa capacità di mettersi in contatto con l'essenza stessa della vita rende l'arte un'esperienza unica per chi ne fruisce. Infatti, attraverso l'arte, siamo in grado di immergerci in una dimensione "ideale", dove l'interesse pratico si dissolve e ci troviamo di fronte a una pura contemplazione. In questo stato, temporaneamente ci liberiamo dagli affanni della volontà, concedendoci una pausa di serenità e, in un certo senso, di gioia.


Lettura


36. [...] Quale sarà dunque la specie di conoscenza in cui sia contemplato il vero essenziale del mondo, nel suo sussistere all'infuori e indipendentemente da ogni relazione, la vera sostanza dei suoi fenomeni, ovvero ciò che non è soggetto a cambiamento, e che viene perciò conosciuto con una verità che rimane identica in ogni tempo, quale sarà, in una parola, la specie di conoscenza in cui siano contemplate le idee, che sono l'oggettità immediata e adeguata della cosa in sé, della volontà? Questa speciale conoscenza è l'arte, l'opera del genio.

L'arte concepisce con la pura contemplazione, e riproduce poi, le idee eterne, cioè tutto quello che vi è di essenziale e di permanente in tutti i fenomeni del mondo; a seconda poi della materia che impiega per questa riproduzione, prende il nome di arte figurativa (o plastica), di poesia o di musica. La sua origine unica è la conoscenza delle idee; il suo unico fine, la comunicazione di tale conoscenza. La scienza, obbedendo alla corrente sempre incalzante delle cause e degli effetti nelle loro quattro forme, ad ogni risultato raggiunto si trova sospinta sempre più avanti; non conosce un termine ultimo che le conceda una piena soddisfazione (tanto varrebbe voler raggiungere correndo il punto in cui le nubi toccano l'orizzonte). L'arte, al contrario, ha dappertutto il suo termine: strappa dalla corrente, che trascina le cose del mondo, l'oggetto della sua contemplazione, ponendolo isolato dinanzi a sé; quest'oggetto, che nel vortice della corrente non figurava se non come una particella fuggitiva evanescente, diviene agli occhi dell'arte il rappresentante del tutto, l'equivalente della molteplicità infinita nel tempo e nello spazio. L'arte si attiene dunque all'oggetto singolo, considerato a sé stante; ferma la ruota dei tempi; svanite le relazioni, l'essenziale, l'idea, formano il suo unico oggetto.

Possiamo perciò definire l'arte come la contemplazione delle cose, indipendente dal principio di ragione; contrapponendola così alla specie di conoscenza che segue tale principio, e costituisce la via dell'esperienza e della scienza. Questa seconda specie di conoscenza è paragonabile ad una linea orizzontale corrente all'infinito: l'arte sarebbe invece una perpendicolare intersecante l'altra linea in un punto preso a piacere. La conoscenza che obbedisce al principio di ragione costituisce il sapere razionale, né ha valore ed utilità se non nella vita pratica e nella scienza: quella che è in grado di fare astrazione da tale principio è la contemplazione del genio ed ha valore ed utilità soltanto nell'arte. [...]

38. Finché la nostra coscienza è riempita dalla nostra volontà, finché ci abbandoniamo all'impulso dei desideri con la loro alternativa di timori e speranze, finché, in una parola, siamo soggetti al volere, non ci saranno concessi né felicità duratura né riposo. [...] Ma quando un'occasione esterna o una disposizione intima ci strappa con impeto subitaneo dal torrente infinito del volere, e libera la conoscenza dalla sottomissione che la vincola alla volontà, allora la nostra attenzione non sarà più diretta sui motivi del volere, ma concepirà le cose indipendentemente dalla relazione con la volontà, cioè le considererà senza interesse, senza soggettività, ovvero in modo puramente oggettivo; si può dire in tal caso che la nostra attenzione si concentrerà totalmente sulle cose, non però considerate come motivi, ma come semplici rappresentazioni. [...]

Ma un simile stato è precisamente quello che ho innanzi descritto come condizione indispensabile per la conoscenza dell'idea; è la contemplazione pura, l'assorbimento nell'intuizione, il perdersi nell'oggetto, l'oblio di ogni individualità, la soppressione della conoscenza fondata sul principio di ragione e non abbracciante che relazioni; è lo stato in cui, con un'unica e contemporanea trasformazione, la cosa contemplata assurge a idea della sua specie, e l'individuo conoscente si eleva al grado di soggetto puro della coscienza emancipata dalla volontà; allora oggetto e soggetto come tali sfuggono entrambi alla corrente del tempo e delle altre relazioni. In tali condizioni è indifferente contemplare un tramonto di sole dal carcere o da un palazzo.


Guida alla lettura


1) Qual è l'oggetto di conoscenza dell'arte?
L'oggetto di conoscenza dell'arte, secondo il testo fornito, è rappresentato dalle idee, che sono l'oggettività immediata e adeguata della cosa in sé, della volontà. L'arte concepisce e riproduce le idee eterne, cioè tutto ciò che vi è di essenziale e permanente in tutti i fenomeni del mondo. Pertanto, l'oggetto di conoscenza dell'arte è la contemplazione delle idee, che rappresentano la vera sostanza dei fenomeni del mondo.

2) Che cosa permette all'artista di giungere allo stato contemplativo puro?
Secondo il testo, all'artista è consentito raggiungere lo stato contemplativo puro attraverso la soppressione della conoscenza fondata sul principio di ragione e la sospensione delle relazioni. Questo stato è descritto come una condizione indispensabile per la conoscenza dell'idea, caratterizzata dalla contemplazione pura, l'assorbimento nell'intuizione, il perdersi nell'oggetto e l'oblio di ogni individualità. In questo stato, l'artista si libera dalla sottomissione alla volontà e si eleva al grado di soggetto puro della coscienza emancipata dalla volontà.

3) Come descrive Schopenhauer lo stato di liberazione dalla volontà?
Schopenhauer descrive lo stato di liberazione dalla volontà come una condizione indispensabile per la conoscenza dell'idea. È uno stato di contemplazione pura, dove l'individuo si assorbe nell'intuizione, perde ogni individualità e sopprime la conoscenza fondata sul principio di ragione. In questo stato, la cosa contemplata diventa l'idea della sua specie e l'individuo conoscente si eleva al grado di soggetto puro della coscienza emancipata dalla volontà. In questo modo, sia l'oggetto che il soggetto sfuggono alla corrente del tempo e delle altre relazioni.


Guida alla Comprensione


1) Confronta arte e scienza come forme di conoscenza e di rappresentazione, nei termini posti da Schopenhauer.
Secondo Schopenhauer, arte e scienza sono due forme di conoscenza e rappresentazione che si differenziano principalmente per il modo in cui trattano la realtà e per il principio che le guida.

L'arte, come descritto nel testo, è definita come la contemplazione delle cose indipendente dal principio di ragione. Essa si concentra sulla pura contemplazione, sull'assorbimento nell'intuizione e sull'oblio dell'individualità. La sua funzione è quella di mettersi in rapporto con l'essenza della realtà, permettendo al contemplatore di sospendere temporaneamente la volontà e di provare una sorta di felicità attraverso la fruizione artistica. L'arte si basa sulla conoscenza delle idee e ha lo scopo di comunicare questa conoscenza, rappresentando le idee eteree che sono l'essenza e la permanenza dei fenomeni del mondo.

D'altro canto, la scienza segue il principio di ragione ed è guidata dalla ricerca di cause ed effetti nelle loro quattro forme. Si tratta di una conoscenza razionale che ha valore e utilità principalmente nella vita pratica e nella ricerca scientifica. La scienza è descritta come una linea orizzontale corrente all'infinito, mentre l'arte è paragonata a una perpendicolare che interseca questa linea in un punto preso a piacere.

In sintesi, mentre l'arte si focalizza sulla contemplazione pura e sulla comunicazione delle idee attraverso la rappresentazione artistica, la scienza si basa sulla razionalità e sulla ricerca delle cause e degli effetti nei fenomeni del mondo. Entrambe sono forme di conoscenza e di rappresentazione ma si differenziano per il principio che le guida e per il modo in cui trattano la realtà.

2) Spiega perché la contemplazione estetica, nel genio e in chi gode dell'opera d'arte, ha il potere di rasserenare.
La contemplazione estetica, secondo Schopenhauer nel testo fornito, ha il potere di rasserenare perché consente al soggetto di sospendere temporaneamente la volontà e i suoi assilli. Quando ci si immerge nell'arte, si entra in uno stato di pura contemplazione, dove si perde la consapevolezza dell'individualità e ci si libera dalla sottomissione alla volontà. Questo stato di assorbimento nell'oggetto artistico permette al soggetto di distaccarsi dalle preoccupazioni quotidiane e di trovare una sorta di tregua dalla continua agitazione della volontà. In altre parole, la contemplazione estetica offre un momento di tranquillità e serenità, poiché consente di allontanarsi temporaneamente dalle ansie e dai desideri che affliggono la vita ordinaria.

3) Spiega il rapporto, suggerito dal testo, tra disposizione del soggetto nella contemplazione estetica e sospensione della volontà.
Nella contemplazione estetica, il soggetto raggiunge uno stato di assorbimento totale nell'intuizione dell'oggetto artistico, dove perde la propria individualità e la conoscenza fondata sul principio di ragione. In questo stato, la volontà viene temporaneamente sospesa, consentendo al soggetto di elevare la propria coscienza al di sopra dei desideri e delle preoccupazioni pratiche. Questo stato di contemplazione pura consente al soggetto di percepire l'oggetto artistico come idea nella sua essenza, oltre le limitazioni del tempo e delle relazioni.

Pertanto, il rapporto tra la disposizione del soggetto nella contemplazione estetica e la sospensione della volontà è che la sospensione della volontà è una condizione necessaria per la piena immersione del soggetto nella contemplazione estetica. Quando la volontà è sospesa, il soggetto è libero dalle influenze dei desideri e delle preoccupazioni pratiche, consentendo così una percezione più profonda e pura dell'oggetto artistico.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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