John Locke - Sull'origine e i fini delle società politiche


Immagine John Locke
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Come abbiamo osservato, nel terzo capitolo del Secondo trattato, Locke descrive il cosiddetto "stato di natura". Prosegue poi spiegando che gli uomini decidono di abbandonare questo stato per sfuggire allo stato di guerra. Tale condizione nasce dall'incapacità di rivolgersi a un'autorità giudiziaria che possa rimediare ai torti subiti e prevenire danni futuri. Nel capitolo ottavo, Locke illustra come, attraverso un accordo, si formi un "corpo politico" in cui gli individui concordano di risolvere le questioni sulla base del principio di maggioranza. Nel capitolo nono, invece, espone le motivazioni per cui gli uomini decidono di istituire una società politica e ne delinea gli scopi. Al termine di questo capitolo, riassume in modo conciso i confini del potere supremo, ovvero il potere legislativo, che verrà esaminato più approfonditamente nel capitolo undicesimo.


Lettura


Essendo gli uomini, come si è detto, tutti per natura liberi, eguali e indipendenti, nessuno può essere tolto da questa condizione e assoggettato al potere politico di un altro senza il suo consenso. Il solo modo in cui un uomo si spoglia della sua libertà naturale e assume su di sé i vincoli della società civile, consiste nell'accordarsi con altri uomini per associarsi e unirsi in una comunità al fine di vivere gli uni con gli altri in comodità, sicurezza e pace, nel sicuro godimento della sua proprietà e con una maggiore protezione contro coloro che non vi appartengono. Questo può essere fatto da un gruppo di uomini poiché non viola la libertà di tutti gli altri, i quali sono lasciati tali e quali nella libertà dello stato di natura.

Quando un gruppo di uomini ha così consentito a costituire una comunità o governo, essi sono con ciò immediatamente associati e costituiscono un solo corpo politico in cui la maggioranza ha il diritto di deliberare e decidere per il resto. Infatti quando un gruppo di uomini ha, con il consenso di ciascun individuo, costituito una comunità, ha con ciò fatto di quella comunità un solo corpo, con il potere di agire come un solo corpo, cioè solo in base alla volontà e decisione della maggioranza.

Infatti, essendo ciò che una comunità fa non altro che il consenso degli individui a essa appartenenti; ed essendo necessario che ciò che costituisce un solo corpo si muova in una sola direzione, è necessario che quel corpo si muova nella direzione in cui lo spinge la forza maggiore, e cioè il consenso della maggioranza. Altrimenti gli sarebbe impossibile deliberare o continuare a sussistere come un solo corpo, come una sola comunità, quale il consenso di ciascun individuo a esso consociato ha convenuto che fosse; e così ciascuno è tenuto da quel consenso a essere determinato dalla maggioranza. Perciò vediamo che in assemblee investite del potere di deliberare da leggi positive, quando nessun numero è stabilito dalla legge positiva che l'ha investita di quel potere, la deliberazione della maggioranza è considerata come deliberazione della totalità, e ovviamente determina, per legge di natura e di ragione, il potere della totalità. [...]

Infatti, se il consenso della maggioranza non può essere ragionevolmente accettato come atto della totalità, determinando così ogni individuo, null'altro che il consenso di ciascun individuo può rendere qualcosa un atto della totalità. Ma tale consenso è pressoché impossibile da ottenere se si considerano i malanni fisici e le attività lavorative che, anche in un gruppo molto meno numeroso di una società politica, necessariamente terranno fuori molti dalla pubblica assemblea. Se a ciò si aggiungono la varietà di opinioni e il contrasto d'interessi inevitabilmente presenti in ogni raggruppamento di uomini, l'entrata in società a tali condizioni equivarrebbe all'entrata di Catone in teatro, il quale vi entrava solo per uscirne. Una costituzione come questa doterebbe il potente Leviatano di una durata più breve delle più deboli creature, e non lo lascerebbe sopravvivere al giorno in cui è nato; il che non può essere supposto, a meno che non si voglia pensare che le creature razionali desiderino e costituiscano società solo per poi scioglierle. Infatti, dove la maggioranza non può determinare tutti gli altri, ivi non si può deliberare come un solo corpo, e questo, di conseguenza, immediatamente si dissolve. [...]

Se l'uomo nello stato di natura è così libero come si è detto, se è padrone assoluto della propria persona e dei propri beni, pari al più grande fra tutti e a nessuno soggetto, perché rinuncia alla sua libertà? Perché cede il suo imperio e si assoggetta al dominio e al controllo di un altro potere? A ciò è ovvio rispondere che, sebbene nello stato di natura egli abbia un tale diritto, tuttavia il godimento di esso è molto incerto e continuamente esposto alle violazioni da parte di altri. Infatti, essendo tutti re tanto quanto lui, essendo tutti suoi pari ed essendo per lo più poco rispettosi dell'equità e della giustizia, il godimento della proprietà che egli ha in questo stato è molto incerto, molto insicuro. Ciò lo induce a desiderare di abbandonare una condizione che, per quanto libera, è piena di rischi e di continui pericoli. Non è senza ragione che egli cerca e desidera unirsi in società con altri che sono già riuniti, o hanno in mente di riunirsi, per la reciproca salvaguardia della loro vita, libertà e beni: cose che io denomino con il termine generale di proprietà.

Il grande e principale fine per cui dunque gli uomini si uniscono in Stati e si assoggettano a un governo è la salvaguardia della loro proprietà. A tale fine lo stato di natura è per molti rispetti inefficiente.

In primo luogo manca una legge stabilita, fissa, nota, accettata e riconosciuta per comune consenso come criterio del giusto e dell'ingiusto e come comune misura per decidere ogni controversia fra loro. Infatti, per quanto la legge di natura sia chiara e intelligibile a tutte le creature razionali, gli uomini, influenzati dai loro interessi e ignari di essa per mancanza di riflessione, non sono portati a riconoscerla come una legge che li vincola nell'applicazione ai loro casi particolari.

In secondo luogo, nello stato di natura manca un giudice riconosciuto e imparziale, con l'autorità di risolvere tutte le divergenze sulla base della legge stabilita. Ciascuno, infatti, essendo in quello stato giudice ed esecutore della legge di natura, ed essendo gli uomini parziali nei propri riguardi, la passione e lo spirito di vendetta tendono a spingerli troppo oltre e a scaldarli troppo quando si tratta di casi propri; così come la negligenza e il disinteresse tendono a renderli noncuranti dei casi altrui.

In terzo luogo, nello stato di natura manca spesso un potere che appoggi e sostenga la sentenza quando sia giusta, e le dia la dovuta esecuzione. Coloro che hanno commesso un'ingiustizia raramente mancano, quando ne sono capaci, di sostenere con la forza la loro ingiustizia; e tale resistenza molte volte rende pericoloso, e sovente mortale, il tentare di infliggere la punizione.

Così gli uomini, nonostante tutti i privilegi dello stato di natura, trovandosi comunque in una condizione sfavorevole finché vi rimangono, sono spinti ben presto a costituire una società. Perciò accade che raramente troviamo un gruppo di uomini che viva per qualche tempo in questo stato. Gli inconvenienti cui quella condizione li espone per l'irregolare e incerto esercizio del potere che ogni uomo ha di punire le altrui trasgressioni, li inducono a mettersi sotto la protezione delle leggi stabilite di un governo e in esse cercano la salvaguardia della loro proprietà. È questo che li rende così propensi a rinunciare ciascuno al proprio diritto di punire, affinché sia esercitato da quello soltanto che fra loro sarà in tal senso designato e secondo regole su cui la comunità, o quelli autorizzati da essa, converranno. E in ciò troviamo l'originario diritto e l'origine del potere sia legislativo che esecutivo, come pure degli stessi governi e società.

Infatti nello stato di natura, tralasciando la libertà di godere di piaceri innocenti, l'uomo ha due poteri. Il primo consiste nel fare tutto ciò che ritiene opportuno per la conservazione di se stesso e degli altri entro i limiti consentiti dalla legge di natura, per la quale legge – a tutti comune – lui e tutto il resto del genere umano sono una sola comunità e costituiscono una società distinta da quelle di tutte le altre creature. E se non fosse per la corruzione e la malvagità di uomini degenerati, non ci sarebbe bisogno di altra società; non sarebbe necessario per gli uomini separarsi da questa grande comunità naturale e unirsi sulla base di accordi positivi in associazioni più piccole e separate. Un altro potere che l'uomo ha nello stato di natura è il potere di punire i reati commessi contro la legge di natura. A entrambi questi poteri egli rinuncia quando si unisce a una società politica privata – se così posso chiamarla – o particolare, e si incorpora in uno Stato distinto da tutto il resto del genere umano.

Al primo potere – quello di fare tutto ciò che ritiene opportuno alla conservazione di se stesso e di tutto il resto dell'umanità – egli rinuncia affinché sia regolato da leggi fatte dalla società secondo quanto richiede la conservazione sua e degli altri membri di quella società: leggi della società che in molte cose limitano la libertà che egli possiede per legge di natura.

In secondo luogo, al potere di punire egli rinuncia interamente e impegna la sua forza naturale (che prima poteva impiegare nell'esecuzione della legge di natura, per autorità individuale propria, come riteneva opportuno) per aiutare il potere esecutivo della società, a seconda che lo richieda la legge di questa. Trovandosi ora in un nuovo Stato, in cui gode di molti vantaggi provenienti dal lavoro, dall'assistenza e dalla società di altri membri della stessa comunità, come pure della protezione che gli deriva dalla forza complessiva della comunità stessa, egli deve rinunciare anche alla propria naturale libertà di provvedere a sé stesso, nella misura in cui lo richiedono il bene, la prosperità e la sicurezza della società. E questo non è solo necessario, ma anche giusto, dal momento che gli altri membri della società fanno lo stesso.

Ma, sebbene gli uomini quando entrano in società consegnino l'eguaglianza, la libertà e il potere esecutivo che essi avevano nello stato di natura nelle mani della società, affinché il legislativo ne disponga come richiede il bene della società stessa; tuttavia, poiché ciascuno fa questo con l'intenzione di meglio conservare sé, la sua libertà e proprietà (perché non si può supporre che una creatura razionale muti la sua condizione con l'intenzione di stare peggio), non è lecito supporre che il potere della società, o il legislativo da essi costituito oltrepassi i limiti del bene comune, anzi è obbligato ad assicurare la proprietà di ciascuno prendendo le debite misure contro i tre difetti sopra menzionati, che avevano reso lo stato di natura così incerto e difficile.

E così, chiunque detenga il potere legislativo o supremo di uno Stato è tenuto a governare secondo leggi stabilite e fisse, promulgate e rese note al popolo, e non secondo decreti estemporanei; per mezzo di giudici imparziali e retti, che decidano le controversie secondo quelle leggi; e a impiegare la forza della comunità all'interno solo per l'esecuzione di quelle leggi, e all'esterno al fine di prevenire e risarcire le offese esterne, e mettere al sicuro la comunità da incursioni e invasioni. E tutto questo non deve essere diretto ad altro fine che la pace, la sicurezza e il pubblico bene del popolo.


Guida alla lettura


1) Che cosa accade quando gli uomini si spogliano della loro libertà naturale e si accordano consensualmente tra di loro?
Quando gli uomini si spogliano della loro libertà naturale e si accordano consensualmente tra di loro, accettano di unirsi e formare una comunità o un "corpo politico" per vivere insieme in comodità, sicurezza e pace, godendo del sicuro possesso della propria proprietà e ottenendo una maggiore protezione contro coloro che non appartengono a tale comunità. Attraverso questo accordo, gli individui si associano immediatamente e costituiscono un solo corpo politico nel quale la maggioranza ha il diritto di deliberare e decidere per il resto. Questo consenso collettivo permette alla comunità di agire come un unico corpo, seguendo la volontà e la decisione della maggioranza, necessario perché la comunità possa muoversi in una sola direzione e deliberare o continuare a esistere come un unico ente.

2) Elenca i motivi per i quali, secondo Locke, gli uomini desiderano uscire dallo stato di natura.
Secondo John Locke, come evidenziato nel testo, gli uomini sono motivati a lasciare lo stato di natura e formare una società politica per diversi motivi principali:

Incertezza e insicurezza: Nello stato di natura, anche se gli uomini sono liberi e indipendenti, il godimento dei loro diritti e proprietà è incerto e continuamente esposto a violazioni da parte degli altri. Locke sottolinea che, dato che tutti gli uomini sono considerati uguali e nessuno ha un'autorità superiore, è difficile garantire la sicurezza personale e la protezione della proprietà.
Mancanza di leggi stabili: Lo stato di natura manca di una legge stabilita, fissa e universalmente riconosciuta che definisca chiaramente il giusto e l'ingiusto e che possa essere usata come criterio per risolvere le controversie.
Assenza di un giudice imparziale: Senza un'autorità riconosciuta per interpretare e applicare le leggi, ogni individuo agisce come giudice nei propri casi, il che può portare a parzialità e vendette personali.
Mancanza di un potere esecutivo efficace: Nello stato di natura manca un potere che supporti e imponga l'esecuzione delle sentenze giuste. Ciò rende l'applicazione della giustizia spesso pericolosa e inefficace.

Questi difetti dello stato di natura spingono gli uomini a cercare una forma di organizzazione politica e sociale che possa offrire maggiore sicurezza, stabilità e protezione reciproca. Attraverso la costituzione di una società politica e la creazione di un governo, gli uomini sperano di superare l'incertezza e i pericoli dello stato di natura, unendosi per la reciproca protezione della loro vita, libertà e proprietà.

3) Quali sono i due poteri di cui l'uomo gode nello stato di natura?
Nello stato di natura, l'uomo gode di due poteri principali, come descritto nel testo:

Conservazione di sé e degli altri: Il primo potere consiste nella capacità di fare tutto ciò che ritiene opportuno per la propria conservazione e quella degli altri, entro i limiti consentiti dalla legge di natura. Questa legge è comune a tutti gli esseri umani, che formano una comunità universale.
Potere di punire i reati: Il secondo potere è quello di punire le violazioni commesse contro la legge di natura. Questo include il diritto di punire i reati che mettono in pericolo l'ordine naturale e la sicurezza di altri individui.

Questi poteri sono essenziali per la comprensione del passaggio dallo stato di natura alla società civile e politica, poiché l'uomo rinuncia volontariamente a questi poteri per ottenere la sicurezza e la protezione garantite da un sistema legale e giudiziario organizzato.

4) Quali strutture politiche vengono create dagli uomini quando essi cedono consensualmente i loro due poteri?
Dal testo, si deduce che quando gli uomini decidono di cedere consensualmente i loro due poteri fondamentali nello stato di natura — il potere di fare tutto ciò che ritengono necessario per la propria conservazione e il potere di punire le violazioni delle leggi naturali — essi creano delle strutture politiche basate su un sistema legislativo e esecutivo. Queste strutture sono costituite per regolare e limitare i poteri individuali attraverso leggi stabilite e accettate dalla comunità, e per garantire l'ordine e la protezione collettiva attraverso l'esecuzione di tali leggi.

Nel testo, Locke evidenzia che con l'entrata in una società politica, gli uomini rinunciano volontariamente a parte della loro libertà e dei loro poteri individuali per ottenere in cambio una maggiore sicurezza e stabilità. La società, o lo Stato, quindi, è incaricato di:

Governare attraverso leggi fisse e note, promulgate e rese note al popolo.
Garantire la giustizia per mezzo di giudici imparziali che decidono le controversie basandosi su queste leggi.
Utilizzare la forza comunitaria per l'esecuzione delle leggi e la protezione da minacce esterne.

L'obiettivo primario di queste strutture politiche è assicurare la pace, la sicurezza e il bene comune del popolo. Le azioni del governo, pertanto, non devono mirare ad altri scopi se non a quelli che benefici il pubblico e mantengano l'ordine sociale. Questo approccio si fonda sull'idea che, anche cedendo alcuni diritti naturali, gli individui si aspettano di migliorare la loro condizione di vita, non di peggiorarla, garantendo così una migliore tutela delle loro proprietà e delle loro libertà all'interno di un contesto regolamentato.


Guida alla Comprensione


1) Rintraccia i passi nei quali Locke ricorre alla metafora del corpo e spiega l'uso che ne fa.
Nel testo di Locke, la metafora del corpo viene utilizzata per illustrare come un gruppo di individui, attraverso il consenso reciproco, si unisca in una singola entità politica o comunità. Qui di seguito sono i passaggi rilevanti e l'analisi dell'uso della metafora:

Prima parte del testo: "Quando un gruppo di uomini ha così consentito a costituire una comunità o governo, essi sono con ciò immediatamente associati e costituiscono un solo corpo politico in cui la maggioranza ha il diritto di deliberare e decidere per il resto." In questo passaggio, Locke utilizza la metafora del corpo per indicare che gli individui che formano una comunità tramite un consenso comune diventano un'entità unica, un "corpo politico". La maggioranza in questo "corpo" detiene il potere di prendere decisioni che influenzano tutti i membri, simboleggiando come le varie parti del corpo fisico lavorino insieme per il funzionamento complessivo.
Seconda parte del testo: "Infatti, essendo ciò che una comunità fa non altro che il consenso degli individui a essa appartenenti; ed essendo necessario che ciò che costituisce un solo corpo si muova in una sola direzione, è necessario che quel corpo si muova nella direzione in cui lo spinge la forza maggiore, e cioè il consenso della maggioranza. "Qui, Locke amplia ulteriormente la metafora del corpo politico spiegando che, proprio come un corpo fisico si muove nella direzione determinata dalla sua parte più forte, così la comunità politica si muove secondo la volontà della maggioranza. Questa immagine sottolinea l'importanza del consenso e della cooperazione all'interno della comunità per il suo efficace funzionamento e sopravvivenza.

Locke utilizza la metafora del corpo per enfatizzare l'unità e l'organicità della comunità politica. Il consenso non solo lega gli individui in un'unica entità ma determina anche come questa entità debba funzionare collettivamente per il bene comune. La coesione e la direzione comune sono essenziali per la stabilità e la prosperità del "corpo politico", proprio come lo sono per un corpo fisico.

2) Con quali argomentazioni Locke sostiene che nella società politica le decisioni si possono prendere soltanto a maggioranza?
John Locke sostiene che nella società politica le decisioni si debbano prendere a maggioranza per varie ragioni chiaramente esposte nel testo. Ecco una sintesi delle sue argomentazioni principali:

Conservazione della libertà individuale: Locke afferma che, anche se gli uomini sono naturalmente liberi, eguali e indipendenti, essi scelgono di entrare in società per proteggere meglio la propria libertà, sicurezza e proprietà. Unendosi in una comunità, gli individui accettano di sottomettersi alla volontà della maggioranza perché ciò consente di agire come un corpo unico, mantenendo l’ordine e la direzione comune necessari per il funzionamento della società.
Praticità e necessità: Locke riconosce che ottenere il consenso unanime è praticamente impossibile, specialmente in gruppi grandi, dove le differenze di opinioni e interessi sono inevitabili. Pertanto, per evitare la paralisi decisionale e garantire l’operatività della società, il consenso della maggioranza viene accettato come rappresentativo della volontà dell’intero corpo politico.
Legittimità attraverso il consenso individuale: Secondo Locke, quando gli individui entrano in una società, lo fanno con il consenso esplicito che la maggioranza deciderà per tutti. Questo accordo iniziale legittima le decisioni della maggioranza come se fossero decisioni dell'intero corpo politico, garantendo così che ogni decisione sia riconosciuta e rispettata da tutti i membri della comunità.
Funzionamento uniforme e coesivo: La necessità di muovere il corpo politico in una sola direzione per conservare la sua coesione e capacità di agire è una ragione fondamentale per cui la maggioranza deve determinare la direzione del gruppo. Senza questo principio, sarebbe impossibile per la comunità operare efficacemente come un singolo ente.

In sintesi, Locke argomenta che le decisioni a maggioranza sono essenziali per la gestione efficace di una società politica, garantendo che essa possa funzionare come un corpo unico mentre cerca di preservare i diritti e le libertà degli individui. Questo sistema è visto come un compromesso necessario tra il mantenimento dell'ordine e il rispetto della libertà individuale in una comunità.

3) Spiega qual è il ruolo del potere legislativo e quali sono i suoi obblighi fondamentali.
Nel testo di John Locke, il ruolo del potere legislativo è centrale nel contesto della società politica e ha obblighi ben definiti per garantire il benessere comune. Secondo Locke, quando gli individui abbandonano lo stato di natura e formano una società, consegnano la loro eguaglianza, libertà e il potere esecutivo nelle mani di tale società, in particolare al potere legislativo che viene costituito.

I principali obblighi del potere legislativo, come delineati nel testo, includono:

Governare secondo leggi fisse e stabilite: Il legislativo deve operare attraverso leggi che siano chiare, stabili e conosciute da tutti i membri della società. Questo assicura che tutti gli individui siano consapevoli delle norme che regolano la loro condotta e delle conseguenze legali delle loro azioni.
Promulgare leggi note al popolo: Le leggi devono essere rese pubbliche in modo che tutti gli individui abbiano la possibilità di conoscerle. Questo principio serve a garantire che le leggi non siano arbitrarie o nascoste ai cittadini, ma siano accessibili e trasparenti.
Impiego di giudici imparziali: Il potere legislativo deve assicurarsi che le controversie siano decise da giudici che operino in maniera giusta e imparziale. Questo aiuta a mantenere la fiducia nel sistema giuridico e a garantire che le decisioni siano prese in base al merito legale e non su basi personali o politiche.
Uso della forza per esecuzione delle leggi e protezione della comunità: Il legislativo deve utilizzare la forza della società per eseguire le leggi all'interno del paese e per proteggere la comunità da minacce esterne, come incursioni e invasioni. Questo uso della forza deve essere diretto esclusivamente a scopi legittimi di protezione e sicurezza pubblica.
Garantire la pace, la sicurezza e il bene pubblico: Il fine ultimo del potere legislativo è il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini, assicurando pace e sicurezza, e lavorando per il bene pubblico. Ciò implica una responsabilità continua di ascolto e di risposta ai bisogni della comunità.

Locke enfatizza fortemente che questi obblighi sono fondamentali per prevenire gli abusi di potere e per assicurare che il governo operi per il beneficio di tutti i membri della società, riflettendo l'intenzione originaria degli individui di migliorare la loro condizione rispetto allo stato di natura, garantendo così una vita più sicura e stabile.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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