John Locke - Le idee complesse e l'idea di sostanza


Immagine John Locke
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Secondo Locke, mentre la mente umana riceve passivamente le idee semplici attraverso la sensazione e la riflessione, essa diventa attiva nel momento in cui combina queste idee semplici per creare idee complesse. Nel secondo libro del suo "Saggio sull'intelletto umano", Locke esplora come la mente formi tre tipologie di idee complesse: i modi, le sostanze e le relazioni. Egli poi analizza come la mente possa facilmente trarre in errore, trattando le idee di sostanza come se fossero idee semplici. Queste sono in realtà aggregate di idee semplici che vengono associate a qualcosa che appare esistere autonomamente, indipendentemente dalle qualità effettivamente percepibili.


Lettura


Finora abbiamo considerato le idee durante la cui ricezione la mente è solo passiva, e si tratta di quelle idee semplici, prima menzionate, che derivano dalla sensazione e dalla riflessione; la mente di per sé sola non può formare nessuna di queste idee, né può averne alcuna che non sia compresa fra quelle prima citate.

Ma come la mente è del tutto passiva durante la ricezione di tutte quelle idee semplici, così di per sé essa esercita innumerevoli atti, mediante i quali costruisce altre idee a partire da quelle semplici, che usa come materiale e fondamenta per tutto il resto. Gli atti in cui si esplicano i poteri della mente sulle sue idee semplici sono soprattutto questi tre: 1. Combinare numerose idee semplici al fine di formarne una complessa; così vengono formate tutte le idee complesse. 2. Congiungere due idee, siano esse semplici o complesse, e contrapporre l'una all'altra, così da poter contemplare l'una e l'altra in una sola volta, senza però che siano fuse insieme a formare un'unica idea; in questo modo la mente consegue tutte le sue idee di relazione. 3. Separare ciascuna idea da tutte le altre che la accompagnano nella sua dimensione dell'esistenza effettiva; questo atto della mente è chiamato astrazione, ed è il modo attraverso cui la mente forma tutte le sue idee generali. [...]

Nell'esaminare qui le idee complesse comincerò dal primo di questi atti, e arriverò a esaminare gli altri due nel loro luogo opportuno. Poiché è stato osservato che le idee semplici esistono connesse in molteplici combinazioni, la mente ha il potere di considerare numerose idee congiunte insieme come se fossero un'unica idea, e può fare ciò non solo quando esse si ritrovano unite insieme in oggetti esterni, ma anche quando è la mente stessa a congiungerle. Così io designo idee complesse quelle composte di molte idee semplici, e sono tali le idee di bellezza, gratitudine, uomo, esercito, universo, le quali, sebbene composte da molteplici idee semplici, o idee complesse formate da idee semplici, tuttavia, quando la mente lo voglia, sono considerate ciascuna di per sé come una sola unità designata da un solo nome.

In questa facoltà di riprodurre e congiungere insieme le sue idee, la mente ha un potere considerevole che consiste nel variare e moltiplicare gli oggetti dei suoi pensieri, infinitamente oltre i limiti entro cui si circoscrive il patrimonio fornitogli dalla sensazione e dalla riflessione: ma tutto ciò si riduce poi sempre alle idee semplici che la mente ha ricevuto da quelle due fonti, e che sono i materiali fondamentali di ogni sua composizione. Le idee semplici, infatti, sono ricavate tutte dalle cose stesse, e la mente non ne può possedere in misura maggiore né possono essere di genere differente da tutto ciò che le viene suggerito dalla sensazione e dalla riflessione. Non può avere idee di qualità sensibili che siano diverse da quelle che, mediante i sensi, le derivano dall'esterno, né può avere alcuna idea di differenti specie di operazioni di una sostanza pensante, se non quelle che la mente scopre in se stessa: ma una volta che la mente è entrata in possesso di queste idee semplici, i suoi compiti non sono ridotti unicamente all'osservazione di quanto le viene offerto dall'esterno: la mente, tramite i suoi poteri, può combinare insieme le idee in suo possesso al fine di formarne di nuove che essa non potrebbe mai ricevere dall'esterno unite in tale maniera.

Le idee complesse, siano esse composte o decomposte, per quanto il loro numero sia infinito e inesauribile la loro varietà, che colma e arricchisce i pensieri degli uomini, credo tuttavia possano tutte essere ricondotte a queste tre principali categorie:

1. I modi.
2. Le sostanze.
3. Le relazioni.

Innanzitutto chiamo modi quelle idee complesse che, per quanto composte, non contengono in sé la supposizione di esistere per se stesse, bensì sono considerate dipendenze o affezioni delle sostanze; sono tali le idee designate dalle parole triangolo, gratitudine, omicidio ecc. E se per questo genere di designazione uso la parola modo, con un'accezione alquanto diversa rispetto al suo impiego ordinario, chiedo perdono, poiché è inevitabile che in discorsi che s'allontanano da nozioni comunemente accettate si foggino parole nuove oppure si forzino vecchie parole verso nuovi significati, e forse, fra le due, quest'ultima eventualità è più tollerabile.

Di questi modi esistono due diverse specie, e ciascuna merita di essere considerata separatamente. Innanzitutto esistono modi che sono solamente variazioni, o differenti combinazioni, della stessa idea semplice, senza che a essa ne sia mischiata qualche altra: come fosse l'idea di una dozzina o di una ventina, che non sono altro che le idee di una certa quantità di unità distinte combinate insieme: designo questi come modi semplici, poiché sono delimitati entro i confini di una sola idea semplice.

In secondo luogo vi sono altri modi composti da idee semplici di generi molteplici, uniti insieme a formare un'idea complessa: è il caso, per esempio, della bellezza che si compone di una determinata combinazione di colore e figura che produce piacere nell'osservatore; oppure come nel caso del furto che, essendo un occulto mutamento della proprietà di un oggetto, senza che il proprietario ne sia consenziente, comprende, com'è evidente, una combinazione di idee molteplici di specie diversa. Designo questi come modi misti.

In secondo luogo, le idee di sostanza sono quelle combinazioni di idee semplici utilizzate per rappresentare cose particolari e distinte, di per sé sussistenti; fra queste l'idea presunta o confusa di sostanza, quale che sia, è sempre la prima e la principale. Se all'idea di sostanza si unisse l'idea semplice di un certo colore pallido e biancastro, cui competano anche in una certa misura peso, durezza, duttilità e fusibilità, in questo modo avremmo costituito l'idea del piombo; e una combinazione delle idee di una certa specie di figura con le facoltà di movimento, pensiero e ragionamento, connesse all'idea di sostanza, costituiscono l'idea consueta di uomo. Ora, esistono anche due generi di idee relativi alle sostanze: un genere di sostanze singole, in quanto esistono separatamente, come un uomo o una pecora; e un genere costituito da numerose sostanze singole combinate insieme, come un esercito di uomini o un gregge di pecore; e tali idee collettive di numerose sostanze combinate insieme a questo modo, rappresentano ciascuna di per sé una idea singola, come quella di uomo o di unità.

In terzo luogo, l'ultimo genere di idee complesse è quello designato con la parola relazione, che consiste nell'esaminare e confrontare un'idea con un'altra. Tratteremo di questi numerosi generi di idee seguendo il loro ordine. [...]

Le idee complesse delle sostanze

Poiché la mente, come ho dichiarato, è provvista di un gran numero di idee semplici in essa convogliate dai sensi, così come essi le reperiscono nelle cose esteriori, o mediante la riflessione sulle operazioni della mente stessa, essa osserva che un certo numero di queste idee semplici si presentano sempre insieme. Poiché le parole sono confacenti alla comune comprensione e si fa uso di esse per un rapido scambio, e poiché si presume che quelle idee appartengano a una sola cosa, raccolte così in un solo soggetto, esse sono designate con un solo nome.

In seguito, però, per disattenzione, siamo inclini a parlare e a considerare come un'idea semplice quella che è invece una combinazione complessa di molte idee insieme, e ciò accade perché, come ho detto, non immaginando in che modo queste idee semplici possano sussistere per se stesse, noi ci adattiamo a supporre l'esistenza di un certo sostrato dove esse sussistono effettivamente e di cui sono il risultato, e perciò lo chiamiamo sostanza.

Se qualcuno volesse interrogare se stesso a proposito della sua nozione di sostanza pura in generale, scoprirebbe di non possedere alcuna idea, ma solo una supposizione di un qualche sconosciuto sostegno di certe qualità capaci di produrre in noi idee semplici: qualità che comunemente vengono chiamate accidenti. Se si domandasse a uno quale sia il soggetto cui ineriscono colore e peso, egli non avrebbe niente da dire se non che riguardano parti solide ed estese; e se gli venisse chiesto a cosa siano inerenti quella solidità e quella estensione, in tal caso non si troverebbe in una posizione migliore dell'indiano menzionato prima, al quale, poiché affermava che il mondo era sostenuto da un grande elefante, fu domandato su cosa poggiasse l'elefante, al che la sua risposta fu: su una grande tartaruga, ma poiché si insisteva per sapere che cosa sostenesse quella tartaruga dalla schiena così ampia, rispose che non lo sapeva.

In questo caso, come in tutti gli altri in cui usiamo parole senza avere idee corrispondenti chiare e distinte, noi parliamo come i bambini che, interrogati su cosa sia una certa cosa che non conoscono, danno prontamente questa soddisfacente risposta: che si tratta di qualcosa, – e ciò, in verità, quando viene usata dai bambini come dagli adulti, non significa nulla più se non che essi ignorano di che si tratti e che della cosa che fingono di conoscere e di cui pretendono di parlare non hanno la benché minima idea distinta, rispetto alla quale sono perfettamente ignoranti e nella totale oscurità. Dunque, la nostra idea a cui diamo il nome generale di sostanza, non essendo altro che il presunto ma ignoto supporto di quelle qualità che scopriamo esistenti e che immaginiamo non possano sussistere, sine re substante, senza qualcosa che le supporti, quel sostegno lo chiamiamo substantia, che, conformemente al valore effettivo della parola inglese substance, significa «star sotto, sostenere».

Essendoci così formata un'idea oscura e relativa della sostanza in generale, giungiamo ad avere le idee relative a generi particolari di sostanze, raccogliendo tali combinazioni di idee semplici, così come dall'esperienza e dall'osservazione esercitate dai sensi degli uomini le scopriamo esistere insieme, e di conseguenza supponiamo che discendano dalla particolare costituzione interna, o dall'essenza sconosciuta di quella sostanza.

Perveniamo così alle idee di uomo, cavallo, oro, acqua ecc., e mi appello all'esperienza di ognuno per sapere se abbia una qualche altra idea chiara della loro sostanza che vada oltre il percepire la coesistenza di certe idee semplici. Sono le qualità ordinarie osservabili nel ferro o nel diamante, combinate insieme, a formare l'effettiva idea complessa di quelle sostanze che un fabbro o un gioielliere solitamente conoscono meglio di un filosofo, il quale, di qualunque genere siano le forme sostanziali di cui può parlare, non ha nessun'altra idea di quelle sostanze che non sia foggiata tramite una raccolta delle idee semplici insite in esse.

Dobbiamo tuttavia osservare che alle nostre idee complesse di sostanza, oltre a tutte le idee semplici di cui sono composte, si trova sempre associata l'idea confusa di qualcosa a cui esse appartengono e in cui sussistono, e perciò, quando parliamo di un qualunque genere di sostanza, noi diciamo che è una cosa che ha certe o altre qualità, così come un corpo è una cosa che possiede un'estensione, una conformazione ed è capace di movimento; uno spirito è una cosa capace di pensare, e altrettanto la durezza, la friabilità e il potere di attrarre il ferro diciamo che sono qualità che si trovano nella calamita. Queste e altre simili maniere di parlare suggeriscono sempre che la sostanza sia qualcosa oltre l'estensione, la conformazione, il pensiero, la solidità, il movimento o altre idee osservabili, sebbene non sappiamo cosa sia.


Guida alla lettura


1) Che cosa sono le idee complesse? E quante classi di idee complesse si possono formare nella mente? Rispondi presentando qualche esempio.
Nel testo di John Locke tratto dal "Saggio sull'intelletto umano", le idee complesse sono descritte come combinazioni di idee semplici che la mente umana forma attivamente attraverso processi mentali specifici. Locke espone che, mentre la mente è passiva nella ricezione delle idee semplici (derivate da sensazione e riflessione), diventa attiva nel formare idee complesse unendo diverse idee semplici.

Locke identifica tre principali classi di idee complesse che la mente può formare:

Modi: Questi sono idee complesse che non presuppongono un'esistenza autonoma ma sono viste come attributi o condizioni delle sostanze. Ad esempio, il concetto di "triangolo" o "gratitudine" non sta per un oggetto indipendente, ma piuttosto per modi in cui altre sostanze possono esistere o comportamenti che possono manifestare. Locke distingue ulteriormente tra modi semplici, che sono variazioni di una sola idea semplice (come "una dozzina"), e modi misti, che combinano idee semplici di diversi tipi (come "bellezza", definita da una combinazione di colore e forma che genera piacere).
Sostanze: Queste sono combinazioni di idee semplici usate per rappresentare oggetti particolari che si pensa esistano indipendentemente. Ad esempio, l'idea di "piombo" si forma combinando l'idea semplice di un colore pallido biancastro con altre idee come peso, durezza, duttilità e fusibilità. Allo stesso modo, l'idea di "uomo" combina idee di forma, capacità di movimento, pensiero e ragionamento.
Relazioni: Sono idee complesse che risultano dal confronto di un'idea con un'altra. Locke afferma che la mente può unire idee per contemplerle simultaneamente o considerarle in relazione reciproca, senza che siano fuse in un'unica entità. Ad esempio, il concetto di "maggiore di" in matematica compare quando confrontiamo quantità o dimensioni.

In sintesi, le idee complesse sono formate dalla mente combinando idee più semplici in modi che vanno oltre la loro mera apparizione sensoriale o riflessiva. La varietà e la complessità delle idee che la mente umana può formare sono praticamente illimitate, ma Locke ritiene che tutte possano essere ricondotte a queste tre categorie fondamentali. Questa capacità di formare idee complesse è fondamentale per arricchire e espandere il nostro pensiero oltre l'immediata esperienza sensoriale.

2) Che differenza esiste tra le idee di «modi semplici» e le idee di «modi misti»? Rispondi provando a fare degli esempi diversi da quelli che trovi nel testo.
Nel testo di Locke, la distinzione tra "modi semplici" e "modi misti" viene tracciata sulla base di come le idee semplici vengono combinate per formare idee complesse.

Modi Semplici: sono quelle idee complesse che derivano dalla combinazione di molteplici occorrenze della stessa idea semplice, senza che siano mescolate con altre idee di diverso tipo. Un esempio differente da quelli del testo potrebbe essere l'idea di "bianchezza", che si forma dall'aggregazione di molteplici percezioni di bianco, o l'idea di "calore", derivante dall'intensificazione di una singola sensazione di caldo.
Modi Misti: sono formati dalla combinazione di idee semplici di diversi tipi. Questi modi riflettono combinazioni più complesse e non si riducono a una singola qualità ripetuta. Un esempio diverso da quelli forniti potrebbe essere l'idea di "vittoria", che può includere la percezione di successo, l'esultanza emotiva, e il riconoscimento da parte degli altri, oppure l'idea di "povertà", che potrebbe combinare l'idea di mancanza di risorse finanziarie, accesso limitato a servizi essenziali, e una certa qualità di vita.

Locke utilizza questi concetti per mostrare come la mente umana lavori attivamente per organizzare le percezioni in categorie che le aiutano a interpretare e interagire con il mondo. Mentre i "modi semplici" sono più direttamente legati a una singola percezione ripetuta e amplificata, i "modi misti" richiedono un processo cognitivo più elaborato che tesse insieme diverse idee semplici in una rete più complessa e ricca di significato.

3) Che differenza esiste tra idee «singole» e idee «collettive» di sostanza?
Nel testo di Locke, la distinzione tra idee "singole" e idee "collettive" di sostanza risiede principalmente nel modo in cui le idee semplici sono organizzate e concepite dalla mente umana come rappresentazioni di cose reali.

Le idee singole di sostanza si riferiscono a combinazioni di idee semplici che rappresentano cose specifiche e distinte che esistono di per sé, come individui isolati. Locke fa esempi come un uomo o una pecora. Queste idee di sostanza singole includono una combinazione di idee semplici che descrivono le caratteristiche percepite di quell'entità specifica. Per esempio, l'idea di "uomo" potrebbe combinare idee di figura, capacità di movimento, pensiero e ragionamento.

D'altra parte, le idee collettive di sostanza rappresentano gruppi di molte sostanze singole che sono concepite insieme come una singola unità. Locke fornisce come esempi un esercito di uomini o un gregge di pecore. Queste idee collettive aggregano le caratteristiche di molteplici entità singole ma sono considerate dalla mente come un unico oggetto complesso. Ogni singola unità all'interno di questa collettività conserva le proprie caratteristiche di sostanza, ma nell'idea collettiva, queste unità vengono percepite insieme come un tutt'uno.

In sintesi, mentre le idee singole di sostanza riguardano entità individuali e specifiche, le idee collettive di sostanza si riferiscono a gruppi di tali entità percepite come un'unica entità più grande. Questo riflette la capacità della mente di formare concetti complessi che superano la somma delle loro parti, permettendo di concepire non solo individui isolati ma anche gruppi organizzati di individui.


Guida alla Comprensione


1) Spiega in quanti modi, secondo Locke, la mente può esercitare un potere sulle idee semplici.
Secondo John Locke, la mente umana può esercitare il proprio potere sulle idee semplici in tre modi principali, come delineato nel testo. Ecco una spiegazione dettagliata di ciascuno:

Combinazione: La mente può combinare numerose idee semplici per formarne una complessa. Questo processo è la base per la formazione di tutte le idee complesse. La mente utilizza le idee semplici ricevute tramite la sensazione e la riflessione come materiale di partenza, combinandole in nuove configurazioni che non sono fornite direttamente dall'esperienza sensoriale.
Confronto: La mente può congiungere due idee, sia esse semplici o complesse, e contrapporle l'una all'altra per poterle contemplare contemporaneamente, pur mantenendole distinte. Questo processo non fonde le idee in una singola unità, ma permette alla mente di generare idee di relazione. Il confronto delle idee è fondamentale per riconoscere le relazioni tra diversi concetti o oggetti.
Astrazione: La mente può separare un'idea da tutte le altre che la accompagnano nell'esistenza effettiva. Questo atto, noto come astrazione, permette alla mente di formare idee generali a partire da specifiche idee semplici o complesse. L'astrazione è cruciale per sviluppare concetti generali che trascendono le particolari istanze percepite.

Locke sottolinea come, nonostante le idee semplici siano fornite dalla sensazione e dalla riflessione e la mente sia passiva nel loro ricevimento, diventi attiva nell'uso di queste idee come fondamenta per costruire una vasta gamma di idee più complesse. Attraverso questi processi, la mente estende la sua capacità di pensiero ben oltre le immediate impressioni sensoriali, arricchendo il proprio intelletto con una complessità e una varietà di pensieri e concetti.

2) Spiega in che modo, secondo Locke, la mente agisce per formare le idee complesse.
Secondo John Locke, la mente umana gioca un ruolo attivo nel formare le idee complesse a partire dalle idee semplici. Nel testo esaminato, Locke spiega che, sebbene la mente sia passiva nel ricevere le idee semplici attraverso la sensazione e la riflessione, diventa attiva quando inizia a lavorare con queste idee. La mente non è quindi limitata solo all'osservazione passiva di ciò che le viene presentato dall'esterno, usa attivamente le idee semplici come materiali di base per costruire idee più complesse. Questo processo creativo si manifesta in tre modi principali:

Combinazione: La mente combina diverse idee semplici per formare un'idea complessa. Locke cita esempi come bellezza, gratitudine, uomo, esercito e universo, che sono formati da molteplici idee semplici ma considerati dalla mente come unità singole.
Contrapposizione: La mente può anche congiungere due idee, semplici o complesse, e contemplarle insieme, mantenendole però distinte. Questo processo aiuta la mente a formare tutte le sue idee di relazione.
Astrazione: Separando un'idea da tutte le altre che la accompagnano nella realtà, la mente esegue un atto di astrazione. Questo permette di formare idee generali a partire da specifici dettagli o esempi particolari.

Locke inoltre distingue tra tre categorie principali di idee complesse che la mente forma:

Modi: Idee complesse che non presuppongono l'esistenza indipendente, sono dipendenze o affezioni di sostanze. Questi possono essere ulteriormente suddivisi in modi semplici, che sono variazioni su una singola idea semplice, e modi misti, che combinano idee semplici di diversi generi.
Sostanze: Combinazioni di idee semplici usate per rappresentare cose particolari e distinte che esistono di per sé. Queste idee di sostanza spesso includono l'idea presunta di sostanza stessa, che funge da supporto ipotetico per altre qualità percepite.
Relazioni: Idee complesse che emergono dall'esame e dal confronto di un'idea con un'altra.

Locke evidenzia quindi come la mente umana non sia un mero ricevente passivo di impressioni esterne, un'entità attiva e creativa che organizza e manipola le informazioni ricevute per costruire una comprensione più sofisticata e stratificata del mondo. Attraverso questi processi, la mente è in grado di andare ben oltre ciò che le viene presentato dai sensi, creando una vasta gamma di idee complesse a partire da input relativamente semplici.

3) Spiega in che modo, secondo Locke, si forma l'«idea oscura» di «sostanza in generale» e che uso ne facciamo abitualmente, con il linguaggio.
Secondo Locke, l'«idea oscura» di «sostanza in generale» si forma a partire dalla nostra incapacità di concepire le qualità percepite attraverso i sensi (come colore, peso, solido, esteso) senza un qualche supporto che le raccolga insieme. Non possediamo una comprensione diretta o chiara di cosa sia questa "sostanza", piuttosto una supposizione vaga di un supporto sconosciuto che permette a queste qualità di esistere. Questa presunzione nasce dalla tendenza naturale della mente umana di cercare un substrato o una base in cui queste qualità possano sussistere, nonostante la mancanza di una percezione diretta di tale substrato.

Locke critica l'uso comune del linguaggio in questo contesto, evidenziando come, spesso, parliamo di cose come la sostanza senza avere una vera idea di ciò che rappresentano. In molti casi, l'uso del termine "sostanza" è simile a quello di un bambino che parla di "qualcosa" senza una reale comprensione di ciò che sta descrivendo. L'uso del termine "sostanza tende quindi a nascondere la nostra ignoranza piuttosto che a chiarire la nostra comprensione di ciò che effettivamente sostiene le qualità osservate.

Locke suggerisce che il nostro concetto di sostanza non è altro che un insieme di idee semplici percepite insieme e supponiamo che queste derivino dalla configurazione interna di un oggetto, che chiamiamo "sostanza", senza avere una chiara idea di ciò che questa configurazione sia effettivamente. In altre parole, costruiamo il concetto di sostanza collegando diverse idee semplici che, secondo la nostra esperienza e osservazione sensoriale, tendono a manifestarsi congiuntamente.

Infine, Locke fa notare che anche quando parliamo di sostanze specifiche, come l'oro o l'uomo, ci riferiamo a loro pensando a un insieme di qualità percepite senza veramente comprendere la natura sottostante che lega queste qualità. La nostra nozione di sostanza, quindi, rimane fondamentalmente oscura e relativa, una supposizione utile per il discorso quotidiano ma intellettualmente insoddisfacente per una vera comprensione della realtà.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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