Analisi: "Venere che benda Amore" di Tiziano


Immagine Quadro Venere che benda Amore
In questo articolo analizzeremo il quadro "Venere che benda Amore" di Tiziano.
1) Introduzione
2) Storia dell'Opera
3) Analisi del Quadro
4) Approfondimento sull'Autore

Introduzione

Venere che copre gli occhi di Amore è un capolavoro pittorico realizzato da Tiziano (Tiziano Vecellio) intorno al 1565. Quest'opera, un dipinto ad olio su tela dalle dimensioni di 116 x 184 cm, trova la sua dimora nella suggestiva Sala XX della prestigiosa Galleria Borghese a Roma.


Storia dell'Opera

Giovanni Battista Cavalcaselle identificò il soggetto come Venere che benda Amore (o Cupido), contrariamente alle precedenti interpretazioni delle Tre Grazie. Lionello Venturi, invece, sosteneva un'associazione con "L'Asino d'oro" di Apuleio. Nel corso del XX secolo, diverse altre interpretazioni sono emerse.
Erwin Panofsky propose una visione del dipinto come rappresentazione matrimoniale, enfatizzando il contrasto tra Venere, Eros (Cupido bendato) e Anti-Eros (Cupido con gli occhi aperti). Le due ninfe presenti simboleggiavano l'affetto coniugale e la castità.
Un'alternativa interpretazione suggerisce che la donna tra i due Amorini potrebbe essere Bella, accompagnata dalle sue sorelle Piacere e Castità.
Edgar Wind, invece, identificò la figura con l'arco come Diana, sostenendo che l'opera raffigurasse il momento dell'iniziazione all'amore. Venere personificava questo momento, incarnando sia l'amore casto che la passione cieca, rappresentata dal Cupido bendato.


Analisi del Quadro

Assistita da due figure femminili, una che tiene l'arco e l'altra con una faretra con le frecce, Venere avvolge un nastro attorno alla testa di Cupido. Dietro di lei, un altro Cupido osserva la scena che si apre su un vasto paesaggio montuoso.
Il colore caldo e pastoso è tipico del periodo maturo di Tiziano, tanto da indurre Adolfo Venturi a suggerire la data del 1565 (Della Pergola, 1955). Nel XVII secolo questo stile influenzò Velázquez, Rubens, van Dyck e Caravaggio.
Dopo il completamento del dipinto, il suo lato destro è stato tagliato. Il braccio nell'angolo in alto a destra dà un indizio di ciò che è stato delineato lì. Inoltre, la composizione corrisponde strettamente al lato sinistro della Venere che benda Amore di Tiziano all'interno della Galleria Borghese (Roma). Sul lato destro di quel ritratto ci sono due ninfe inclinate verso Venere ed i Cupido. Una radiografia del quadro della collezione Borghese ha rivelato che inizialmente mirava ad avere una terza figura, tra il gruppo di Venere a sinistra e le ninfe a destra.
La postura di quella figura centrale (poi eliminata dall'artista nell'adattamento Borghese) corrisponde strettamente a quella della figura incompleta custodita nel quadro della Galleria.
Il dipinto potrebbe essere parte della prestigiosa collezione acquisita nel 1608 dal cardinale Paolo Emilio Sfondrato. La cornice, arricchita da motivi a conchiglia, venne realizzata nel 1613 da Annibale Durante. Durante il suo soggiorno in Italia dal 1621 al 1627, Anthony van Dyck dedicò attenzione a quest'opera, come evidenziato nei suoi appunti conservati a Chatsworth. Inoltre, numerose repliche del dipinto sono state documentate da Giovanni Morelli.


Approfondimento sull'Autore

Tiziano Vecellio (1488/90-1576) è stato un pittore italiano del Rinascimento, considerato un membro essenziale della scuola veneziana del XVI secolo. Tiziano fu uno dei pittori italiani più versatili, famoso tra i suoi contemporanei come "Il sole in mezzo a piccole stelle" (che ricorda l'ultimo verso preferito del Paradiso di Dante). Hanno lavorato su ritratti, sfondi di paesaggi e soggetti mitologici e religiosi. I suoi metodi pittorici, in particolare nell'applicazione e nell'uso del colore, hanno influenzato altri pittori del tardo Rinascimento italiano e le future generazioni dell'arte occidentale.

Fonti: Analisi dell'Opera, Borghese Gallery, ArteOpereArtisti

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