Analisi: "La Verità svelata dal Tempo" di Gian Lorenzo Bernini


Immagine Scultura La Verità svelata dal Tempo
In questo articolo analizzeremo l'opera "La Verità svelata dal Tempo" di Gian Lorenzo Bernini.
1) Introduzione
2) Storia dell'Opera
3) Analisi dell'Opera
4) Conclusioni sull'Autore

Introduzione

La Scultura della Verità rivelata dal Tempo, o più semplicemente La Verità, costituisce un'opera in marmo creata da Gian Lorenzo Bernini nel periodo compreso tra il 1646 e il 1652. Quest'opera d'arte, concepita dall'artista per rappresentare allegoricamente la Verità sotto forma di una giovane donna nuda che, tuttavia, non venne mai completata con la seconda allegoria prevista, quella del Tempo che le toglie i veli, sebbene Bernini tentò di aggiungere questa figura solo nel 1665.


Storia dell'Opera

A differenza della maggior parte delle opere scultoree realizzate da Bernini, questa scultura non è stata commissionata da un privato. Una lettera di Paolo Giordano II Orsini, duca di Bracciano, indirizzata al cardinale Mazzarino, descrive dettagliatamente l'opera del maestro, con la speranza di venderla al cardinale. La data del documento, il 6 luglio 1647, fornisce indicazioni più precise sulla conclusione dei lavori sulla statua. Bernini dedicò circa sei mesi a questa opera dopo aver completato la decorazione della tomba di Papa Urbano VIII, presentata al pubblico il 9 febbraio 1647.
Secondo il figlio dell'artista Domenico, Bernini fu ispirato a realizzare questa scultura in risposta agli attacchi degli avversari che criticavano il suo fallito progetto di costruire due torri sulla facciata della basilica di San Pietro. Crepe erano apparse sulla facciata a causa dell'incapacità delle fondamenta di sostenere le torri, e Bernini fu accusato di errori di calcolo, sebbene la validità di questa leggenda sia incerta.
Bernini avviò la preparazione per La Verità nel 1645, in un momento critico successivo alla morte del suo principale mecenate, Papa Urbano VIII. La scultura della Verità fu quasi completata nel 1652. Nonostante la figura del Tempo rimanesse incompleta, Bernini lasciò nelle sue volontà che questo capolavoro dovesse passare ai suoi discendenti.
Dopo la scomparsa dell'artista, un grande blocco di marmo destinato al Tempo fu venduto dalla famiglia. Preoccupato per possibili complicazioni nel trasporto, Bernini progettò la creazione di un gruppo scultoreo composto da due blocchi di pietra separati.
La Verità rimase di proprietà della famiglia e restò nel palazzo Bernini in via della Mercede a Roma fino al 1924. Successivamente, fu acquistata dal governo italiano e trasferita alla Galleria Borghese. Durante i lavori di restauro, emerse che il piedistallo su cui la statua poggiava era spostato; grazie all'intervento, questo difetto è stato corretto. Così, la figura della Verità si trova ora nella stessa posizione originariamente concepita dallo scultore.


Analisi dell'Opera

La Verità si presenta come un'opera maestosa in marmo bianco, poggianti su un piedistallo di 17 centimetri, con un'altezza imponente di 2,8 metri, superando così le dimensioni del corpo umano. L'artista ha realizzato l'intero lavoro in modo autonomo, senza l'ausilio di allievi. Le imponenti dimensioni della statua enfatizzano l'importanza del concetto allegorico, elevando l'immagine della Verità al di sopra della pianura dell'esistenza umana.
La raffigurazione della Verità presenta una giovane donna seduta su una roccia, con il piede sinistro sollevato su un globo e il sole nella mano destra. I veli che la coprono solo parzialmente sono sollevati in alto, svelando la sua maestosa presenza. Diversi disegni e schizzi preliminari, attualmente di proprietà statale, forniscono uno sguardo al processo creativo dell'artista e alla visione di questa futura creazione, che egli stesso ha intitolato La Verità, figlia del Tempo.


Conclusioni sull'Autore

Gian Lorenzo Bernini, in veste di architetto e urbanista, concepì strutture durature come edifici secolari, chiese, cappelle e piazze pubbliche. Inoltre, diede vita a maestose opere che coniugavano architettura e scultura, fontane pubbliche straordinariamente elaborate e monumenti funerari. Non si limitò solo a ciò, ma realizzò anche una serie di strutture effimere, realizzate in stucco e legno, destinate a funerali e celebrazioni.

Fonti: Analisi dell'Opera, Borghese Gallery, ArteOpereArtisti

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